Il Consiglio dei Ministri del 10 febbraio 2006 ha varato il “Codice dell’Ambiente”. Lo schema di decreto legislativo, trasmesso al Capo dello Stato per la firma, riordina la normativa ambientale esistente in sei settori chiave: rifiuti e bonifiche, acqua, difesa del suolo, inquinamento atmosferico, procedure ambientali, danno ambientale. Testo unico sull’Ambiente è un corpus normativo di più di 700 pagine, 318 articoli e 45 allegati. Il disegno di legge di delega è stato approvato per la prima volta in Consiglio dei Ministri il 9 agosto del 2001 e ha concluso il suo iter parlamentare il 24 novembre del 2004. La Commissione di saggi istituita ad hoc per la scrittura dei testi ha concluso il suo lavoro a settembre del 2005. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il testo in prima lettura il 18 novembre 2005 ed in seconda lettura il 19 gennaio 2006. Il Testo unico sull’Ambiente recepisce otto direttive comunitarie ancora non entrate nella legislazione italiana nei settori oggetto della delega; accorpa le disposizioni concernenti settori omogenei di disciplina, in modo da ridurre le ripetizioni; abroga cinque leggi, dieci disposizioni di legge, due decreti legislativi, quattro D.P.R., tre D.P.C.M. ed otto decreti ministeriali, cui sono da aggiungere le disposizioni già abrogate e di cui viene confermata l’abrogazione da parte dei decreti delegati. Tra le novità inserite nel testo, che accolgono le osservazioni delle Commissioni parlamentari, il rafforzamento della clausola sociale per tutelare i lavoratori dei servizi idrici e del settore dell’igiene urbana e una politica incentivante delle energie rinnovabili attraverso le priorità di dispacciamento ed interventi finanziari per promuovere le energie rinnovabili soprattutto nel Sud. Il testo è una minirivoluzione in molti di settori dei servizi pubblici locali toccati dalle norme, in quanto interviene anche sulle forme di gestione.
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