Anche senza riforma dei servizi pubblici locali aumenta il numero delle societa’ per azioni fra le imprese di servizi pubblici. Nei settori con caratteristiche industriali (energia, gas, acqua, rifiuti), le spa hanno toccato quota 300, su un totale di 800 aziende. Il dato emerge da uno studio di Confservizi, la federazione delle imprese di settore. Ma anche nel settore funerario cresce al “voglia” di SPA. Se ne citano solo alcune, quelle di maggiore dimensione : ACEGAS Trieste ( la prima multiutility che opera anche nel campo funebre e cimiteriale ad essere quotata in borsa), AMA di Roma, AMAV di Venezia, TEA di Mantova. Cresce anche la tendenza ad aprire le porte del capitale aziendale a soggetti esterni. Tra le aziende che prevedono un’operazione di questo tipo, la strada piu’ seguita (61%) e’ quella della ricerca di un partner. Al secondo posto, con il 19%, l’azionariato dei dipendenti, seguito dalla quotazione in borsa con il 14%. Quanto al tipo di partner, il 30 per cento ne sceglie uno di tipo industriale, il 20 per cento uno finanziario, il 28 per cento un’impresa pubblica locale. Nel settore funerario, in altri Paesi europei, soprattutto per le grandi citta’ si ha la presenza di multinazionali. Se ne citano le maggiori operanti nel continente europeo : SCI – presente in Italia con OFISA di Firenze e Generali di Genova), presente in quasi tutti i Paesi europei FUNESPANA – operante soprattutto in Spagna, Portogallo e Ungheria I recenti cambiamenti normativi approvati con L. 26 del 28 febbraio 2001 e con L. 7 marzo 2001, avranno , tra l’altro, l’effetto di incentivare la trasformazione di servizi gestiti in economia diretta, per fornire sulla base di tariffe, servizi di maggiore qualita’.
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