Prove di dialogo

Prove di dialogo

La metà di dicembre 2006 sarà ricordata non solo per l’appassionante dibattito che si è sviluppato nei due giorni passati insieme a Torino dai vertici italiani del settore fu-nerario, pubblico e privato, ma anche per la rottura di schemi consolidati.
La prima svolta è stata quella data dal confronto tra SEFIT e FIC, dopo le incom-prensioni che avevano caratterizzato gli ultimi due anni.
Ora le differenze di impostazione sussistono ancora (in particolare sullo sviluppo da consentire alla dispersione ceneri e all’affidamento), ma su altre questioni (natura pubblica dei cimiteri: sia di urne che di feretri; ruolo essenziale dei Comuni nello sviluppo dei crematori e della cremazione) le convergenze sono evidenti.
E non è escluso che il dibattito che ha pervaso la due giorni torinese, con gli effetti sui cimiteri che possono scaturire dalla diffusione della cremazione, abbia fatto com-prendere che le visioni unilaterali non conducono lontano.
Chi ha ascoltato gli interventi dei Professori De Luna e Tomatis si è reso conto che la visione laica e quella religiosa della cremazione, alla fine, conducono a porsi domande analoghe e a trovare punti di contatto; ed entrambi questi studiosi hanno la stessa visione del ruolo del cimitero. E guarda caso coincide con quella che pervicacemente sta sostenendo l’associazione dei Comuni.
Interessante anche l’intervento di saluto della rappresentante di una delle Associazioni islamiche, presente al convegno: una apertura al dialogo, colta dalla SEFIT. Un passo nella direzione della integrazione e del rispetto reciproco di culture e tradizioni.
Ancora ostico, invece, il dialogo tra pubblico e privato per concertare soluzioni capaci di sbloccare il percorso della riforma dei servizi funerari, incagliatasi sul finire della passata legislatura.
Dopo una iniziale contrapposizione, che aveva fatto temere la rottura dell’occasione di dialogo ancor prima di cominciarlo con le Federazioni private del settore funebre e in particolare con Feniof, poi, nella seconda giornata, talune posizioni si sono am-morbidite e ora si punta a capire quali possano essere i nuovi percorsi che la SEFIT sta proponendo a FENIOF e FEDERCOFIT.
LA SEFIT ha ipotizzato un tavolo comune di concertazione delle grandi politiche di settore e ha già avanzato le proprie proposte nella relazione di apertura del Dr. Cace, Vicepresidente Federutility, con delega per il settore funerario:
– demanialità di ogni tipo di cimitero (sia esso di feretri o di urne), riconoscimento dei servizi cimiteriali e di cremazione quali servizi di interesse generale aventi rilievo so-ciale e quindi con una pluralità di scelte di gestione da parte dei Comuni, tra le quali vi è anche la opzione privata, ma resta integra pure quella pubblica in tutte le forme possibili;
– maggior peso della legislazione statale nella identificazione dei requisiti dell’esercente l’attività funebre e riduzione del numero di operatori, per puntare a soggetti veramente in grado di competere nel panorama italiano ed internazionale;
– etica dell’impresa funebre sia per combattere le forme di sciacallaggio nell’acquisi-zione dei funerali, sia nella lotta all’evasione fiscale.
La risposta dell’imprenditoria funebre privata non si è fatta attendere:
– difficoltà a dialogare con le imprese pubbliche, viste ancora come elemento frapposto nella strada delle liberalizzazioni;
– visione favorevole di processi normativi che garantiscano moralizzazione e traspa-renza nell’acquisizione di funerali, come anche alla lotta all’evasione fiscale e al pa-rallelo aumento del tetto di detraibilità ai fini IRPEF.
– posizioni differenziate sulla razionalizzazione del comparto funebre: più a favore dell’impresa funebre strutturata la Feniof, più vicina al modello consorzio di servizi e agenzia funebre la Federcofit. Su questo tema si sta delineando una soluzione di com-promesso che va nella direzione di avere esercenti l’attività funebre solidamente strut-turati con procacciatori sotto forma di agenzia dell’esercente.
Un inizio di dialogo, che necessiterà di sforzi da ogni interlocutore.
In proposito SEFIT vede determinante inserire tra il momento del decesso e quello della uscita del defunto dall’ospedale un soggetto neutrale rispetto al singolo imprenditore funebre e ha fatto capire che occorre puntare ad una intesa tra pubblico e privato per velocizzare l’approvazione della riforma dei servizi funerari.


Editoriale di Daniele Fogli, pubblicato su I Servizi Funerari 1/2007.

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