Vi è un noto proverbio orientale per il quale, quando il saggio indica la luna, lo sciocco guarda il dito.
Alla stessa impostazione può pervenirsi quando si consideri l’ipotesi di percorrere una spirale che, essendo una linea ha una sola dimensione (almeno secondo la geometria euclidea, quella che si impara fin dalle scuole elementari), dove è possibile muoversi in due direzioni: o verso quella che porta al centro, oppure quella che porta verso l’esterno.
Nel variegato mondo delle aggregazioni di interessi non mancano casi in cui queste sorgono con una visione, per proseguire mutando nel tempo assumendo a parametri altro, cosa che avviene in connessione con i percorsi che via via si vadano a percorrere.
A volte si tratta di scelte, altre volte di effetti derivanti dall’esterno, per non considerare le reciproche relazioni che possono maturare tra differenti aggregazioni, più o meno, tra loro abbastanza prossime.
Non deve stupire il fatto che le aggregazioni che sorgano assumendo quale target una qualche specifica attività, possano essere indotte a puntare ad un atteggiamento di tutela di questa, trascurando altre.
Oppure che quelle sorte con questo approccio, possano iniziare ad allargare il proprio ambito estendendolo ad contesti prossimi, orientandosi secondo ottiche di più ampio spettro.
In queste ultime situazioni vengono spesso doversi affrontare fattori di un qualche bilanciamento tra i diversi interessi o, se si preferisce, l’esigenza di un qualche equilibrio.
Un esempio concreto può essere quello dell’attività funebre che, generalmente, si esaurisce in termini temporali abbastanza contenuti in relazione al post mortem, che, quando esercitata isolatamente, non prendendo in considerazione quanto avviene nelle fasi successive, cioè la “sepoltura”, o, se scelta, la cremazione, fasi caratterizzate da prestazioni di servizio che interessano tempi misurabili in decenni, frequentemente anche molti, decorsi i quali devono farsi i conti con necessità di ulteriori azioni.
È chiaro che nel secondo caso si pone la necessità di assicurare, per tutto il tempo necessario, adeguate risorse per quanto occorra, incluso quanto occorra per le fasi (diciamo) finali. Ma queste problematiche non possono evitare di considerare come i fruitori presentino una comprensibile diversa propensione alla spesa in relazione all’evolversi delle individuali elaborazioni del lutto, in quanto l’atteggiamento si modifica nel tempo, così come il lutto stesso, procedendo per onde e tendendo progressivamente a scemare, influisce anche sotto questo profilo.
Le differenti prospettive per i percorsi lungo la spirale sono condizionate anche dagli orizzonti temporali, ma non solo. Viene da pensare come non sia mancata la formazione di un’aggregazione d’interessi, avviata in una sede istituzionale, che puntava ad un certo percorso promosso da soggetti che avevano un proprio obiettivo, di seguito spostatosi verso ulteriori obiettivi, incidendo sulla presenza di altre aggregazioni.
Ma chi aveva un proprio progetto, favorendo plurime istanze, è riuscito, del tutto uti singuli, a realizzarlo (anche se questo ha comportato che qualcosa ricadesse anche su altri), ma l’aggregazione promossa si è trovata a non rappresentare le posizioni originarie quanto a fare fiato a realtà minori, ridotte frequentemente a “parco buoi” congiuntamente a realtà di una certa consistenza, i cui percorsi rimanevano quelli della compressione delle realtà minori.
Cosa che ha prodotto, nel tempo, il sorgere di una congerie di aggregazioni d’interessi delle realtà minori, cercando affannosamente di distinguersi da altri, a sostegno delle proprie particolarità; dall’altro canto si sono avute aggregazioni d’interessi che hanno conservato proprie logiche di rappresentanza, con adeguate impostazioni imprenditoriali e con atteggiamenti di una capacità al confronto, pur rispettando e riconoscendole, reciprocamente, le diversità delle ottiche.
Di ben maggiore complessità il caso delle aggregazioni d’interessi che, muovendosi lungo la spirale verso l’esterno, presentano articolazioni e presenze soggettive molto articolate, ottiche di servizio con orizzonti temporali di lungo periodo, come l’esigenza di equilibrio diventa importante.
Non si tratta di una differenza che attiene unicamente ai diversi livelli di servizio distribuiti nel tempo, ma altresì di differenze (al plurale) di natura del tutto soggettiva, che costituiscono una ricchezza e favoriscono livelli di discussione “alti” (tanto che non difettano casi in cui terzi mirano ad avvalersene, possibilmente free), con la chiara coscienza di queste caratteristiche.
In questo quadro possono anche aversi comprensibili fenomeni per cui alcuni di questo soggetti possano avvicinarsi ad aggregazioni d’interessi aventi altre prospettive quando venga privilegiata, magari solo per “sensazioni”, una qualche prossimità in relazione ad una qualche singola fase di attività, cosa che non inibisce azioni strutturate in funzione di valorizzare la tenuta, in termini di propositività, di un quadro complessivo.
Ed in tema di aggregazioni non vanno trascurati fenomeni un tempo non presenti, come le aggregazioni non di interessi quanto propriamente imprenditoriali, anche a livello sopra nazionale e con prospettive di integrazione tra plurime fasi, fenomeni che alcuni paventano, ma che costituiscono fenomeni di crescita in qualche modo fisiologica quando si abbiano date condizioni.
Non manca chi cerca di rispondervi attraverso reti o ipotesi di cooperazione, prospettive sempre da valutare positivamente.
Ma può anche essere opportuno pensare in grande, utilizzandoli per una crescita che consegua effetti positivi.
Si ha il convincimento che le spirali non possano non essere percorse se non nelle direzioni verso l’esterno, dato che la direzione opposta porta ad un progressivo auto-soffocamento.
Al contrario, percorrere la spirale nella direzione rivolta all’esterno non solo premia, ma anche non si sottrae dal porre o mantenere come obiettivo dell’interesse, non solo di questo come esito a breve, anche quello di quindi, per quanto pressoché mai per propria volontà, vengano a doversi trovare nella posizione di fruitori, in altre parole della popolazione e della comunità locale, al cui servizio vanno poste le energie, le professionalità, le programmazioni (e capacità di elaborarle e, nel tempo, adeguale ai possibili mutamenti) fino alle elaborazioni anche concettuali.