Con il D.M. (MEF) 18 marzo 2024, pubblicato sul S.O. n. 16 alla G.U. n. 88 del 15 aprile 2024, si è avuta l’Approvazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale relativi ad attività economiche dei comparti delle manifatture, dei servizi, del commercio e delle attività professionali e di approvazione delle territorialità specifiche.
Periodo d’imposta 2023”. Gli “ISA” sono quanto una volta erano gli “studi di settore”, più o meno.
Tra gli altri, al n. 25 è considerato: “25) ISA DG55U – applicabile all’attività di: servizi di pompe funebri e attività connesse, codice attività 96.03.00;”, che trova specificazioni nell’Allegato 25, in cui si precisa che i criteri generali seguiti per la costruzione dell’indice sintetico di affidabilità fiscale DG55U sono riportati nell’Allegato 89. Nella sezione dedicata ai “Modelli di business” è indicato come per l’ISA DG55U i MoB individuati sono i seguenti (la numerosità indicata è riferita alle imprese della base dati di costruzione, p.i. 2021):
= MoB 1 – Imprese che si occupano prevalentemente di onoranze funebri (Numerosità: 1.776);
= MoB 2 – Imprese che si occupano prevalentemente di onoranze funebri con servizi esternalizzati (Numerosità: 2.555);
= MoB 3 – Imprese che si occupano prevalentemente di servizi cimiteriali e altri servizi svolti su concessione o appalto comunale (Numerosità: 146) e, per la descrizione degli elementi che permettono l’assegnazione del contribuente ai MoB si rimanda al Sub Allegato 25.A.
Si tratta di fonte da cui è possibile rilevare la dimensione quantitativa degli operatori interessati a questo ISA e, considerando i primi due, il numero che si ha per somma è di 4.331. Trascuriamo qui, intenzionalmente il terzo MoB in quanto tendenzialmente interessante segmenti di attività successivi (generalmente) a quelli considerati sotto i primi due.
Da altre fonti il numero degli operatori economici operanti nel settore delle onoranze (nel diritto dell’Unione europea prevale: pompe) funebri era stato frequentemente indicato come abbastanza superiore, all’incirca di un paio di migliaia.
Probabilmente, queste diverse valutazioni possono derivare dalla presenza di operatori economici che operano promiscuamente anche in altre attività (es.: falegnami, mobilieri, fiorai, marmisti ed assimilabili e molte altre attività).
Utilizzando il numero dei decessi registrato nel periodo d’imposta 2021, quale richiamato nella sezione citata, pari a 709.035, valore che forse sarebbe opportuno ridurre in quanto il 2021 era ancora il 2° anno della pandemia da CoVid-19, fase caratterizzata da indici di mortalità maggiori di quelli registrati in passato.
Questa riduzione, per avvicinarsi ad un qualche standard in termini di valori (abbastanza) medi, potrebbe arrotondarsi a 700.000 o, volendo “mediare” ulteriormente, giungere a 650.000.
Utilizzando questo ultimo, si avrebbe che, mediamente, ogni operatore del settore avrebbe svolto 150 servizi/anno, mentre utilizzando il precedente, risulterebbe 161 servizi/anno. Ovviamente, il ricorso a valori medi costituisce comprensibilmente una deformazione statistica, dato che coinvolge sia operatori che svolgono un numero di servizi ben superiori.
In un dato ambito regionale norme regolamentari hanno indicato soglie sui 560 e 1.120 servizi/anno, come parametri per un dato dimensionamento aziendale, così come non mancano operatori che svolgono un numero ancora maggiore di servizi/anno (quando vi erano ancora gli studi di settore – anno 2005 – questi non consideravano gli operatori con un volume d’affari superiori ai 10 milioni di euro, per evitare distorsioni) sia quelli che si trovano nettamente sotto il valore medio.
Per non affrontare i servizi/anno svolti dagli operatori economici con attività promiscue in quanto difficilmente valutabili, se si considerano anche questi operatori economici, il valore medio servizi/anno si abbasserebbe attorno, probabilmente, a 100 (sempre dato “pressapochistico”).
A questo punto verrebbe da porre la domanda di quale possa essere il break even point (BEP) per gli operatori economici operanti nell’ambito delle onoranze (o, pompe) funebri. Si tratta di una domanda che ne genera altra, cioè come possano persistere sul mercato gli operatori economici le cui aspettative di operatività vengano a collocarsi al di sotto del BEP. Ed il “come” potrebbe avere numerose risposte.
Quali esse siano, nelle singole realtà, si tratta di questioni che devono fare i conti con l’economicità delle gestioni aziendali, ma che, abbastanza recentemente, sono chiamate a confrontarsi con fenomeni di progressive aggregazioni (e, leggendo la precedente definizione del Mob 2, potrebbe dedursi che a queste vi sia un qualche riferimento, pur se non molto esplicito), in cui operatori di aziende non sufficientemente strutturate sono esposti al rischio di operare, anche quando si mantenga il brand allo scopo di conservare le fidelizzazioni in precedenza acquisite, quali procacciatori al minuto per servizi la cui composizione sia de facto assicurata dalle aggregazioni, al di là del grado e pervasività delle aggregazioni, ma anche al di là del nomen iuris con cui si qualifichino.
Per inciso, il divieto di procacciamento d’affari è frequentemente espresso da norme, per quanto a livello regionale (ammesso che vi sia competenza legislativa regionale nella materia della tutela della concorrenza.
Per non dire alcunché attorno alle aggregazioni che abbiano visioni sopranazionali, magari rispondendo ad attori finanziari allocati anche extra Unione europea. Si tratta di processi di crescita non nuovi, che hanno visto esperienze consimili in altri settori merceologici, generando soluzioni ormai divenute mature e, quindi, non se ne deve temere, ma cogliere i processi individuando le possibilità di crescita imprenditoriale.