Scavi archeologici confermano collegamento tra status sociale e dieta dei defunti sepolti

Anche durante l’era preistorica in Europa sussisteva un chiaro divario tra ricchi e poveri, oggi ricavabile dalle sepolture rinvenute, non solo attraverso il tipo di arredi funebri maggiormente elaborati, ivi presenti, ma anche tramite l’analisi della dieta dei sepolti.
Lo studio delle tombe risalenti a 6.600 anni fa, situate nella città polacca di Oslonki, ha esaminato le ossa di 30 defunti, tutte sepolte negli stessi 200 anni, ed ha scoperto – fra di esse – degli scheletri contenenti un maggior numero di isotopi di carbonio-13.
È stato poi dimostrato come tali isotopi si accumulino nelle fonti di cibo a velocità diverse e vengano successivamente incorporati nel tessuto umano, consentendo così un potenziale sguardo più approfondito sulle abitudini alimentari della persona durante la sua vita.
Ciò ha suggerito – ad esempio – come alcune persone avessero avuto accesso a diversi tipi di piante e animali, quali pascoli più rigogliosi (le cui piante contengono dosi più alte di carbonio-13) e quindi ad una dieta più ricca e completa.
Tali ricerche sono state successivamente confermate dalla presenza, accanto a coloro che risultavano aderenti ad un regime alimentare più sofisticato, di manufatti in rame, perline, ciondoli ed un diadema, probabilmente portati da fonti a centinaia di chilometri di distanza. Un’altra linea di prova che suggerisce che appartenessero ai più ricchi, così come confermato dalla dieta ad essi associata e reperita dallo studio degli isotopi di carbonio-13

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