Nuove significative testimonianze sono emerse dal sito archeologico di SalornoDos de la Forca (Bolzano, Alto Adige) sulle cremazioni di resti umani presso un’antica piattaforma di cremazione (ustrinum) risalente all’Età del bronzo.
L’area della pira – datata alla tarda Età del bronzo (ca. 1150-950 a.C.) – ha permesso in reperimento di una quantità senza precedenti di resti umani cremati (circa 63,5 chilogrammi), insieme ad animali bruciati, frammenti ossei, cocci di ceramica e altri corredi funerari in bronzo e in osso.
Un’analisi bioantropologica dei resti umani ha confrontato la formazione degli insoliti giacimenti di resti cremati a Salorno, sia con pratiche moderne di cremazione che con analoghi depositi archeologici.
Gli autori dello studio suggeriscono che questo sito di cremazione potrebbe essere stato utilizzato per diverse generazioni da una piccola comunità locale, come prodotto di una complessa serie di rituali in cui i resti umani cremati non ricevevano una successiva sepoltura individuale, ma venivano lasciati sul posto.
Ciò rappresenterebbe una nuova categoria tipologica alle usanze mortuarie della fine dell’Età del bronzo nelle zone alpine.