Carni di maiali, bovini e ovini venivano offerte durante i riti e i banchetti dei funerali dell’antica Roma, anche se non tutti potevano permetterselo.
Lo rivela l’analisi dei reperti ritrovati nella necropoli di Vila de Madrid a Barcellona, in Spagna. I risultati sono pubblicati sulla rivista Plos One da un gruppo di ricercatori guidato da Domingo C.Salazar-Garcia dell’Università di Valencia.
Fonti antiche raccontano che i riti funebri avevano una grande importanza sia nell’età repubblicana che in quella imperiale, perché servivano ad assicurare la protezione degli dei e il ricordo del defunto.
Questi riti prevedevano offerte e banchetti nel giorno della sepoltura, in occasione delle festività o in altri giorni stabiliti. La prova è nei resti di animali che sono stati ritrovati in diverse sepolture, come nella necropoli di Vila de Madrid, risalente al II-III secolo d.C.
Qui le offerte sono state ritrovate in 16 sepolture sulle 59 totali, segno che probabilmente la carne non veniva offerta a tutti i defunti oppure che non tutte le famiglie organizzavano banchetti.
Le analisi dei ricercatori hanno rivelato la presenza di carni di maiali, bovini e ovini, tutti animali che finivano comunemente sulla tavola degli antichi romani: gli esemplari venivano sacrificati per lo più in età adulta, quando il loro valore riproduttivo e commerciale era più basso e dunque l’offerta comportava un minor dispendio economico.
Anche i tagli di carne non erano tra i più pregiati. Se gli animali domestici di terra erano i più abbondanti, scarseggiavano invece pesci, molluschi e selvaggina (come cervo e volpe).
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