A Malta spicca tra i numerosi siti archeologici: l’ipogeo di Hal Saflieni, una struttura preistorica sotterranea – tutelata dall’Unesco e situata a Paola (Raħal Ġdid) nel Sud dell’isola – risalente a prima del 4mila avanti Cristo.
Scavata nella roccia, la costruzione scende in profondità su tre livelli caratterizzati da camere comunicanti e corridoi e ancora non è stato chiarito se si trattasse di un tempio o di un luogo di sepoltura.
Il sito venne casualmente scoperto nel 1902 da alcuni operai intenti a realizzare una cisterna e solo nel 1908 fu aperto al pubblico.
Le pareti mostrano dipinti in ocra rossa, con raffigurazioni di spirali, dischi, figure di animali e impronte di mani.
La costruzione sotterranea presenta trentatré stanze, tra le quali spiccano quella dell’Oracolo, quella Decorata e il Sancta Sanctorum.
Nel sito vennero scoperti sia reperti che moltissimi teschi ed ossa umane ed animali, accumulati alla rinfusa gli uni sugli altri, come fossero stati disposti dalla forza di un grande cataclisma.
Ma, mentre gli oggetti furono recuperati e poi esposti, le ossa sparirono, nonostante rappresentassero reperti dal valore storico inestimabile.
Nell’ipogeo furono rinvenuti in particolare alcuni teschi stranamente allungati, che presentavano caratteristiche dolico cefaliche naturali, ovvero senza sutura sagittale, particolarità che viene considerata “impossibile” a livello medico-scientifico.
I misteriosi crani allungati, simili a quelli ritrovati sulle Ande (a Paracas) e in Egitto, furono fotografati ed analizzati dettagliatamente dal dottor Anton Mifsud e dal dottor Charles Savona Ventura nelle loro precipue caratteristiche di allungamento, partizioni temporali sviluppate in modo anormale e ossa occipitali abnormi.
Da qui nacque la deduzione che a Malta fosse presente un tempo un popolo dal cranio allungato e di altezza media superiore a quella odierna, caratteristiche curiosamente presenti anche in altre culture, sia egizie che mesopotamiche e andine.