Sul quotidiano Il Foglio dello scorso 29 settembre 2021 è stato pubblicato un articolo di Saverio Raimondo, noto al grande pubblico come comico satirico e personaggio ed autore televisivo, sul tema del tono promozionale, recentemente adottato da diverse agenzie di pompe funebri, dalle forti connotazioni ironiche e sarcastiche, che non risulta essere più così conforme alla sobrietà solitamente utilizzata nel trattare queste tematiche.
Tuttavia, questo tentativo di estrema esorcizzazione della morte, secondo l’autore, appare sempre più come un filtro dietro il quale nascondersi senza in realtà esprimersi compiutamente.
Saverio ritiene che l’umorismo sul momento del trapasso, oltre ad essere una cosa tremendamente seria, ne sia diretta conseguenza: la morte si configura, infatti, come il motivo che ci spinge maggiormente a ricercare e praticare l’umorismo stesso.
La banalizzazione del tema diviene solo un atto strumentale, una riduzione ad una dimensione più leggera e frivola, con ostentati e plateali scongiuri, senza però indirizzarsi verso una compiuta e dignitosa elaborazione.
La sfida dell’autore si spinge oltre con un paradosso estremo, invitando a boicottare le agenzie funebri, smettendo di morire: vaccinandosi, mangiando sano, bevendo molta acqua, facendo esercizio fisico, non litigando con nessuno, per allontanare il più possibile l’eventualità della morte. E, nel malaugurato caso di un suo sopraggiungimento, nonostante tutte le cautele, occultando il cadavere!
Il conseguente blocco permanente della morte porterebbe alla crisi le agenzie funebri, indirizzandole così nuovamente verso una visione più sobria e grave del decesso, nella consapevolezza che il lutto dovrebbe avere la possibilità di esprimersi decorosamente, nelle sue fasi, per poter arrivare ad una accettazione più sostenibile ed accettabile – per chi deve continuare la vita – della perdita del proprio caro.
L’autore conclude provocatoriamente sottolineando che, solo così facendo, la morte tornerà ad essere un tabù e, in quanto tale, un qualcosa di divertente da infrangere.
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