L’articolo scientifico pubblicato su Frontiers in Aging Neuroscience: “Enhanced Interplay of Neuronal Coherence and Coupling in the Dying Human Brain – Maggiore interazione ed integrazione di coerenza neuronale nel cervello umano in prossimità della morte” ha evidenziato come, negli ultimi istanti di esistenza, le suggestioni ricorrenti sul vedere ‘il film della propria vita’ prima di morire o una luce brillante verso la quale ci si incammina, potrebbero avere parziale conferma.
L’articolo parla di uno studio condotto su di un paziente di 87 anni con crisi epilettiche, nell’esatto momento della sua morte, che ha rivelato come nel cervello si inneschi – in questa fase – l’attività delle onde gamma, ad un livello simile a quando la mente si deve concentrare.
Inoltre, l’attività cerebrale continuava fino a 30 secondi dopo che il cuore aveva cessato la sua attività.
Anche lo studio condotto dall’Università del Michigan sui topi era giunto alle stesse conclusioni.
La percezione di certi tipi di visione andrebbe pertanto ricondotta a quest’ultima esplosione di attività cerebrale – svolta dalle onde gamma (le stesse che si attivano e rilevano quando si ricorda) – prima che il cervello si spenga per sempre.