Kurdistan: provata la sussistenza di riti funebri già all’epoca dell’uomo di Neanderthal

Su Antiquity è stato pubblicato uno studio, a seguito del rinvenimento di un nuovo scheletro appartenente ad un uomo del Neanderthal, in una grotta nel Kurdistan iracheno.
Nel decennio 1950-1960 sempre in questa grotta – denominata Shanidar – si era assistito alla scoperta di una decina di scheletri, in mezzo ai quali erano presenti resti di polline floreale.
Ciò aveva portato a ritenere che – già in tempi così remoti – avesse avuto luogo una sorta di rito funerario.
La scoperta del nuovo scheletro parrebbe indicare, ancora più chiaramente, una sepoltura intenzionale; in effetti il defunto è stato posizionato disteso sulla schiena, ma con il braccio sinistro piegato in modo tale che la mano, appoggiata sotto la testa, sembra quasi voler immortalare una persona dormiente.
Il luogo di sepoltura si prospetta come volutamente allargato, rispetto alle dimensioni originarie del canale presente sul pavimento della caverna. Inoltre, il posizionamento di una pietra di notevoli dimensioni, vicino alla testa del defunto, sembrerebbe essere stata così collocata per indicare espressamente il luogo di sepoltura.
L’utilizzo della grotta di Shanidar, come luogo di sepoltura rituale, indicherebbe una cultura dei morti particolarmente evoluta, tipica di una complessità culturale che non si pensava – in passato – di poter attribuire all’uomo di Neanderthal ed alla sua civiltà.

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