È stata scoperta la più antica sepoltura di una neonata mai documentata in Europa, che permette di indagare i riti funerari della prima fase del Mesolitico, epoca di cui sono note pochissime sepolture.
Il tumulo testimonia come tutti i membri della comunità, anche piccoli neonati, fossero riconosciute come persone a pieno titolo.
Gli scavi sono stati condotti da un team internazionale di ricercatori in una grotta nell’entroterra di Albenga, in provincia di Savona.
Nelle prime due campagne di scavo (anni 2015-2016) è stato riportato alla luce il deposito prossimo all’imboccatura della cavità, che conteneva manufatti in pietra risalenti a oltre 50.000 anni fa degli uomini di Neanderthal. Altri livelli vennero invece datati alla fine del Paleolitico superiore risalente a 16-15.000 anni fa.
La piccola bambina, chiamata Neve, risalirebbe alla prima fase del Mesolitico, circa 10.000 anni fa ed insieme ai suoi resti è stato rinvenuto un corredo di oltre 60 perline in conchiglie forate, quattro ciondoli, ricavati da frammenti di bivalvi e un artiglio di gufo reale.
La scoperta pubblicata su Scientific Reports, presenta il team di studiosi responsabile del ritrovamento e dell’analisi dei resti, interamente coordinato da ricercatori italiani: Stefano Benazzi (Università di Bologna), Fabio Negrino (Università di Genova) e Marco Peresani (Univerisità di Ferrara). Altri studiosi che ne fanno parte provengono dalla University of Colorado Denver (USA), dall’Università di Montreal (Canada), dalla Washington University (USA), dall’Università di Tubinga (Germania) e dall’Institute of Human Origins dell’Arizona State University (USA).
L’analisi del genoma e dell’amelogenina, una proteina presente nelle gemme dentarie ha rivelato la tenera età (trai 40 e i 50 giorni) e l’appartenenza a un lignaggio di donne europee noto come aplogruppo U5b2b. Lo studio del carbonio e dell’azoto ha evidenziato che la madre della piccola si nutriva seguendo una dieta a base di prodotti derivanti da risorse terrestri (come animali cacciati) e non marine (come la pesca o la raccolta di molluschi), pur avendo subito durante la gravidanza alcuni stress fisiologici che portarono all’interruzione della crescita dei denti in diversi tempi prima del parto.