Riprende l’attività il crematorio di Cervignano

Le anomalie alla linea di depurazione dei fumi dell’impianto di cremazione di Muscoli di Cervignano del Friuli sono state risolte e l’impianto funziona coerentemente con quanto previsto dall’Autorizzazione unica ambientale rilasciata dalla Provincia di Udine al gestore.

E’ questo l’esito del sopralluogo effettuato all’impianto di cremazione il 4 luglio 2016 da funzionari dell’Agenzia regionale per l’Ambiente/Arpa e dell’area Ambiente della Provincia di Udine.

Il sopralluogo si è reso necessario a seguito della comunicazione del gestore in cui veniva segnalato che nel corso dei controlli periodici – effettuati in regime di autocontrollo, secondo quanto previsto dalle autorizzazioni in essere – erano stati rilevati superamenti dei limiti per le diossine.

Dagli accertamenti effettuati – ha osservato Arpa – è emerso che il superamento è stato provocato da una anomalia elettronica che ha inciso sul funzionamento della coclea di dosaggio del reagente (miscela standard di bicarbonato di sodio e carbone attivo) utilizzato per abbattere gli inquinanti di processo. Al momento del sopralluogo l’azienda aveva già ripristinato le normali condizioni operative e la coclea era funzionante.

I tecnici di Arpa FVG, a conclusione degli accertamenti, hanno impartito adeguate indicazioni sulle misure per monitorare il dosaggio giornaliero del reagente onde prevenire il ripetersi di tale anomalia.

Il forno crematorio è dotato di una linea di depurazione fumi che prevede il raffreddamento dei fumi a 120-150 °C mediante uno scambiatore di calore, l’iniezione nel flusso dei fumi di una miscela a base di bicarbonato di sodio e carbone attivo, un filtro a maniche per la filtrazione dei fumi raffreddati che trattiene il particolato solido e i reagenti esausti.

Sulla base delle esperienze presenti nella letteratura scientifica è da ritenere poco probabile una contaminazione ambientale, soprattutto per il limitato volume dei fumi complessivamente emessi dal forno crematorio. Pur tuttavia, a seguito dell’evento, l’Agenzia regionale per l’Ambiente si è attivata per verificare l’entità dell’impatto al suolo delle emissioni.

A tale proposito Arpa effettuerà uno studio modellistico sulle aree di ricaduta dei fumi. Nelle aree a maggior impatto individuate verrà effettuata un monitoraggio esteso nel tempo.

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