Sul sito +31MAG.nl è apparsa la notizia sull’approvazione, da parte del Governo dei Paesi Bassi, dell’introduzione di una nuova opzione funeraria.
I cittadini olandesi potranno quindi scegliere una via alternativa e più sostenibile dal punto di vista ambientale – accanto a sepoltura e cremazione – consentita dal processo chimico dell’idrolisi alcalina.
Per effettuarla, il cadavere viene posto in un cilindro di acciaio sotto pressione, con una miscela di idrossido di potassio ed acqua ad alte temperature.
Dopo un lasso di tempo pari a circa due ore, rimangono – da un lato – le ossa che, dopo essere state polverizzate, possono essere consegnate in un’urna, come avviene per le ceneri da cremazione – dall’altro – un liquido trasparente, contenente amminoacidi e peptidi, ma nessuna traccia di DNA, ed assolutamente sterile, come confermato dagli studi in merito condotti dall’Organizzazione per la Ricerca delle Scienze applicate olandese.
Il metodo viene già utilizzato anche in almeno quattordici stati federali negli Stati Uniti d’America, oltre che in Canada ed in Australia ed è stato anche definito coi termini “biocremazione” o “cremazione verde”, in considerazione del fatto che per l’idrolisi alcalina serve una quantità di energia minore di quella necessaria per le cremazioni e si produce un minore inquinamento del suolo rispetto alle più tradizionali pratiche funerarie.