Il Comune di Legnago (VR) fa marcia indietro sul project financing per realizzare un crematorio nel proprio territorio. E così cancella il tempio della cremazione di Vangadizza.
Il centrosinistra ha deciso di bloccare definitivamente il progetto da 3,8 milioni di euro, destinato alal cremazione delle salme, nell’area dietro il cimitero, da ampliare appositamente.
I quattro gruppi che sostengono il sindaco Clara Scapin hanno presentato un ordine del giorno d’urgenza con oggetto la revoca della gara avviata la scorsa primavera per individuare la ditta che avrebbe costruito l’impianto.
Secondo i piani originari il centro crematorio era stato pensato per un bacino potenziale di 380mila residenti, non solo nella provincia di Verona, ma anche in quelle limitrofe.
Già l’ex sindaco Roberto Rettondini, ad aprile, aveva fatto slittare l’assegnazione dell’appalto, dopo la levata di scudi dei residenti di Vangadizza e Vigo e degli ambientalisti, contrari all’intervento.
Col cambio di Giunta il sindaco Scapin e gli assessori hanno sospeso le procedure per l’assegnazione dei lavori, in attesa di «ulteriori valutazioni tecniche». Ora, dopo poco più di due mesi, la maggioranza ha deciso di presentare il documento di annullamento, che sarà sottoposto al voto dell’assemblea.
Nell’ordine del giorno Pd, «Legnago Città intelligente», «Liberinsieme» e «Uniti per Legnago», invitano sindaco e Giunta a revocare la gara, in modo da liberare l’amministrazione da ogni vincolo che la impegna a sottoscrivere il contratto d’appalto con una delle due ditte concorrenti.