Napoli: scandalo certificati falsi per cremazioni e trasporto salme

Una maxi-inchiesta scuote il settore sanitario e funerario di Napoli: la Procura ha scoperto un sistema di certificazioni di decesso, trasporto e cremazione ottenute illegalmente, senza alcun accertamento medico. In cambio di denaro – 50 euro per un certificato falso, 70 per autorizzare la cremazione – operatori funebri e dipendenti pubblici bypassavano le procedure previste dalla legge.

L’indagine, che coinvolge l’Asl Napoli 1 di via Chiatamone, ha portato all’arresto di 67 persone tra medici, infermieri e impresari funebri. Sono oltre 300 i casi sotto esame, con falsificazioni di certificati di DNA e identificazioni di cadaveri effettuate da privati anziché dai medici legali. Kit per i test genetici sono stati trovati nelle agenzie funebri, dimostrando la sistematicità della frode.

Determinanti le intercettazioni ambientali e i video che hanno documentato episodi di assenteismo e corruzione. Il procuratore aggiunto Amato ha denunciato “procedure abusive gestite da privati e mediatori che collegavano medici, impiegati comunali e familiari dei defunti”.

Oltre alla truffa, emergono danni erariali per lo Stato e il rischio di infiltrazioni criminali nel settore. L’indagine potrebbe allargarsi, portando alla luce un sistema illecito ben radicato.

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