Il vescovo Mons. Erminio De Scalzi, propone una lettura sociologica della cremazione, che di seguito si riporta:
«Si sta diffondendo un concetto sbrigativo della morte, quello del “cupio dissolvi” (desidero sparire). Prevale l’idea di non pesare ulteriormente sulla vita di chi resta, già complicata e faticosa, con l’acquisto e la manutenzione di una tomba». L’imperativo è dunque “non dar fastidio”. «La cultura dominante – prosegue il vescovo – ci ha talmente abituati alla cultura “dell’usa e getta” che non si vede perché tale mentalità debba arrestarsi davanti ai cancelli del cimitero. Siamo al mondo per produrre ed essere utili e una volta che non lo siamo più, tanto vale scomparire. Anche la dispersione delle ceneri può essere percepita come un sintomo di depressione sociale, di profonda insoddisfazione esistenziale. Non ho vissuto come volevo, che almeno le mie ceneri finiscano nei luoghi che avrei desiderato amare»
Complimenti a Carlo
Vorrei dire la mia da cattolico non praticante.
Secondo me il concetto sbrigativo della morte non si sta diffondendo perchè non si vuole o non si ha rispetto dei cari estinti e quindi la cultura dell’usa getta è per il vescovo la causa della volontà alla dispersione delle ceneri.
Ora nel cimitero della mia città devono fare l’esumazione salme in un campo intero cioè circa 400 lapidi fatte 15/16 anni fa e prima di cominciare ad esumare le salme entreranno con l’escavatore e distruggeranno tutte le lapidi che i familiari anche se volessero non possono riciclare e che al comune interessa ancor meno.Tutto questo fa parte della nostra cultura mentalità ed è assolvibile. Questo è usa e getta perchè dopo poco tempo molti in cimitero non vanno piu, tanto la lapide è fatta.
Il concetto, secondo un mio personale parere è quello di lasciare libertà di scelta ma non spetta al clero dire come è giusto uno vuole fare la sua ultima scelta post mortem.
Le religioni nel mondo son tante e tutte rispettabili se rispettano il prossimo e non siano integraliste ! Noi umani non la pensiamo tutti alle stosso modo e il rispetto della persona deceduta non sta nel fatto di come vuole essere sepolta,tumulata, inumata, cremata e o dispersa.
Un mio caro famigliare è stato inumato per volontà del coniuge rimasto e rispetto la scelta ma che io debba ricordarlo andando in cimitero no. Lo penso e le dedico una preghiera dal mio cuore ogni giorno!
Questa mia è solo per esprimere un mio parere.
Grazie
Premessa:
1) la Chiesa (con la “C”maiscola) è il corpo mistico del Cristo, ossia è il popolo in comunione con il Signore in quanto redento dal Suo Sacrificio e Riscattato dal peccato attraverso la Sua Resurrezione.
2) la chiesa (con la “c”minuscola”è) uno stato(= corpo sociale a rilevanza politica) sovranazionale, dotato di un proprio apparato amministrativo ed ordinamento giuridico.
la chiesa italiana, intesa come gerarchia ecclesiastica, spesso si pone come contr-altare (mai giuoco di parole fu più efficace) rispetto all’evoluzione della società italiana.
Si comporta come una sorta di opposizione ad un fantomatico governo radical-rivoluzionario che proprio non c’è, nel terrore di una deriva anticristiana e paganeggiante.
“Et in pulvem reverteris” ossia ed in polvere ritornerai, così è scritto nella Genesi ed è norma divina, non umana, quindi non suscettibile di riforma o abrogazione.
A fronte di cimiteri “scatolari”, spersonalizzati e disumani nei loro ritmi forsennati da lager nazista per liberare posti feretro, perchè attaccare così pesantemente la dispersione.
La chiesa dovrebbe invece, riflettere seriamente, invece, sul problema degli inconsunti, in via amministrativa li abbiamo definiti con l’Art. 3 comma 1 lettera b) del DPR n. 254/2003 quali esiti da fenomeno cadaverico di tipo trasformativo conservativo, risolvendo, in parte, la questione del loro smaltimento, ma sul piano spirituale questi corpi indecomposti sono ancora cadaveri e quindi “carne battezzata e destinata a resuscitare” oppure rappresentano una nuova fattispecie peccaminosa creata dal desiderio del tutto scristianizzato e materialista di sopravvivere alla morte ed alla sua corruzione grazie alla cassa di zinco?
Non sono molto d’accordo con il vescovo. Io desidero essere cremato e vorrei che le mie ceneri fossero sparse in un determinato luogo che è, poi, il luogo in cui si radica la mia spiritualità. Visto che non posso esservi sepolto, almeno le ceneri potrebbe andarci. Non vedo, infatti, differenza tra l’essere inumato in una chiesa – per esempio – e l’essere “sparso” su un luogo santo