Di seguito si riporta il testo della lettera che recentemente la Federcofit ha inviato all’Avv. Giuliano Pisapia, Sindaco di Milano.
Ill.mo Signor Sindaco,
in attesa di un riscontro alla richiesta che Le abbiamo inoltrato recentemente, vogliamo, con la presente, sottolinearLe lo stato di grave disagio degli operatori del settore e la necessità di mettere mano con la massima urgenza ai numerosi e gravissimi problemi, relativi ai servizi funerari e cimiteriali, che permangono irrisolti nella città di Milano e che penalizzano le famiglie colpite da un lutto.
Si tratta di problemi sollevati, nel passato, dalle organizzazioni del settore, che rimangono non solo irrisolti, ma frequentemente aggravati con il passare del tempo.
Vogliamo richiamare alla Sua attenzione i principali od i più eclatanti di questi problemi per rendere esplicita la caparbia volontà collaborativa delle categorie nonostante la sensazione di una perdurante insensibilità dell’Amministrazione.
Nel giorno di Lunedì, oltre la Domenica, come da tradizione, non si svolgono funerali per tutti i defunti che sono deceduti in una struttura sanitaria dal sabato a tutta la giornata di Domenica. Tutti possono immaginare sia i disagi pratici e psicologici per i parenti, che attendono il funerale per tre giorni, sia gli ingorghi e le code che questo genera, il lunedì, presso gli uffici comunali, per sbrigare qualunque pratica, sia, infine, la pessima distribuzione dei servizi funebri: nella giornata del martedì si devono svolgere i servizi funebri di tre giorni …., con conseguenze molto gravi per l’organizzazione del lavoro nel settore e la cura nello svolgimento di questi delicati servizi.
Nei cimiteri cittadini la progressiva carenza del personale determina situazioni sempre più pesanti ed inaccettabili, oltre che incomprensibili per le famiglie, relative alle inumazioni ed alle tumulazioni. Nei cimiteri di Chiaravalle, Greco, Baggio e Lambrate nel pomeriggio non si effettuano inumazioni, non solo ma stante una sorta di abbinamento tra cimiteri se si fa un’operazione in uno non si può farla nell’altro, dimezzando, sostanzialmente, l’operatività dei cimiteri milanesi. Anche per il Cimitero Maggiore, uno dei più grandi d’Italia, vige il medesimo meccanismo: se si effettua una inumazione non si fanno tumulazioni e viceversa. La conseguenza è che dopo il funerale nel 30% – 40% dei casi non si può procedere alla conclusione naturale del servizio, con la relativa sepoltura, alla presenza dei famigliari. Si dovrà parcheggiare il defunto presso il deposito cimiteriale e riprendere il servizio il giorno dopo, quasi che, invece della doverosa cerimonia che conclude il funerale, si debba procedere al semplice smaltimento di un rifiuto, eseguibile anche part-time .
Per ottenere il rilascio di certificati di morte per decessi avvenuti presso le strutture sanitarie servono non meno di 10/15 giorni, mentre per i decessi in abitazione i certificati sono pronti dopo 1/2 giorni, mai contestualmente al servizio funebre come avviene in tutti i comuni della Lombardia, dove, normalmente, unitamente all’autorizzazione al trasporto funebre vengono rilasciati n. 4/5 certificati di morte per le varie necessità. Il servizio online messo a disposizione funziona a singhiozzo, ed è inaffidabile, con conseguente perdita di tempo da parte dell’utente.
Il ritiro delle ceneri derivanti da cremazione e successiva tumulazione presso cimiteri comunali, per gli operatori funebri è diventata una vera e propria avventura che ha dell’incredibile. La descriviamo per darne chiara consapevolezza:
Ore 7,15 l’operatore arriva al cancello di Lambrate per garantirsi una priorità nell’accettazione della sua pratica, e prima coda “autogestita”;
Ore 8,00 apertura del cancello e conseguente corsa per anticipare i privati, ai quali è difficile far capire la situazione, per il ritiro del numero di assegnazione, seconda coda;
Ore 8,30 apertura degli uffici e terza coda per il ritiro delle Urne. Si potrà, e si dovrà, uscire dagli uffici di Lambrate, uno dei più grandi crematori d’Italia, tra le ore 9,15 e le ore 10,30 se vogliamo concludere con successo l’operazione intrapresa.
Infatti la tumulazione delle ceneri, presso un cimitero cittadino, si potrà effettuarla solo entro le ore 12,00, dal lunedì al venerdì. Se non si riesce a consegnare le ceneri entro questa ora, attraversando la città, da
Lambrate al cimitero di destinazione, nel massimo traffico cittadino, si dovrà aspettare al giorno successivo. Evidentemente si impongono ritmi stressanti agli operatori ed al personale cimiteriale che si tramutano in un lavoro frettoloso e mal fatto che agli occhi dei dolenti finisce per apparire poco rispettoso per se stessi, per le famiglie e per i resti mortali del defunto.
Le varie Istanze, per esempio di avvicinamento madre figlia o similari, quando non sono smarrite, pur depositate presso il protocollo generale, ottengono risposte in tempi storici.
Assistiamo, poi, a comportamenti incredibilmente irriguardosi nei confronti delle famiglie che potrebbero essere corretti con quella naturale attenzione che si dovrebbe dedicare a questi adempimenti. Perché, per esempio, a Lambrate si deve strappare il cuscino di fiori od il copribara, di fronte ai famigliari, e gettarlo nel cassonetto posto di fronte all’entrata del cimitero? Le famiglie che mezz’ora prima piangevano il proprio caro durante la cerimonia, quando escono dal crematorio dall’ingresso principale ritrovano, gettati in malo modo, i fiori che fino a qualche minuto prima adornavano e omaggiavano il feretro del proprio caro e li vedono cannibalizzati da chi non può o non vuole acquistarne di propri. Tutto questo di fronte al centro crematorio più grande d’Italia, davanti agli occhi dei dolenti ….
Tanti altri problemi vorremmo sottolineare: dagli orari per le pratiche delle tombe di famiglia, alle pratiche on-line che non funzionano, ai sistemi di pagamento inefficienti e farraginosi, al rapporto degli uffici con le imprese considerate più un impedimento che una potenziale sinergia per la soddisfazione delle famiglie, ed altri ancora.
Alla luce di quanto esposto possiamo solo rimarcare che dopo un anno di sforzi, confronti e trattative i problemi rimangono irrisolti, non solo, ma anche i rapporti con le categorie si sono sostanzialmente interrotti.
Ora non possiamo più permetterci di aspettare e quindi chiediamo un urgente ed immediato intervento per risolvere queste situazioni attraverso la ripresa tempestiva dei rapporti con le categorie del settore. Avevamo chiesto un tavolo di lavoro concretamente operativo e non limitato a chiacchiere inconcludenti. Rinnoviamo la sollecitazione e richiesta con la coerenza che ha sempre caratterizzato la nostra Federazione. Ci auguriamo una positiva e sollecita risposta, prima delle prossime elezioni, per non dover aprire un contenzioso pubblico con il Comune di Milano.
in attesa di un Suo riscontro, porgiamo distinti saluti.
p. Federcofit
il Segretario Nazionale