- Che succede alle protesi mammarie durante una cremazione
- Vetro e occhiali: come influiscono nella cremazione
- Come influisce la formaldeide nel processo di cremazione
- Come comportarsi nel crematorio per minimizzare i rischi da radiazione
- Pacemaker e altri dispositivi elettromedicali e cremazione
- Dispositivi di protezione Individuale nel crematorio
- Cremazione sicura di feretri di grandi dimensioni
- Tracciabilità di feretri e ceneri nei crematori
- La polverizzazione delle ossa calcinate in crematorio
- Quante e quali sono le zone in cui suddividere un crematorio
- La zona di servizio riservata agli operatori del crematorio
- La zona tecnologica di un crematorio
La zona (tecnica) di servizio deve prevedere una serie di sale o zone specifiche:
– Una sala refrigerata per il deposito temporaneo dei feretri con eventuale zona frigorifera; il dimensionamento della zona deposito feretri deve essere in rapporto alla potenzialità massima di cremazioni ed è fondamentale per assicurare condizioni di sicurezza e igiene agli operatori.
La Regione Lombardia ha recentemente stabilito che la zona di deposito deve avere una capienza minima pari alla capacità massima di feretri trattabili in due giorni dalle linee di cremazione presenti e di dimensioni tali da consentire la movimentazione meccanica dei feretri.
Pertanto le più recenti tendenze tecniche consigliano di prevedere una stanza adeguatamente refrigerata ad una temperatura di circa 0°+5°C con appositi scaffali/rack di deposito temporaneo dei feretri e di eventuali resti mortali da esumazioni/estumulazioni.
In alternativa laddove non ci siano spazi disponibili è possibile ricorrere a container frigoriferi potenzialmente collegabili ad un impianto fotovoltaico per minimizzare i consumi energetici e contribuire alla riduzione della CO2.
– È inoltre consigliabile prevedere non meno una cella frigorifera con almeno tre posti feretro/salma per la conservazione a bassa temperatura (-15°C) per i feretri/salme a più lunga permanenza ed in attesa dell’autorizzazione alla cremazione da parte dell’Autorità Giudiziaria;
– Almeno uno spogliatoio per gli officianti a seconda dei riti religiosi presenti nella zona di riferimento;
– Una zona per il deposito delle urne cinerarie e accessori vari, quali le medagliette o dischi refrattari di identificazione, e per la conservazione delle urne cinerarie in attesa di consegna con una capienza minima pari ad almeno cinquanta urne cinerarie per ogni linea di cremazione installata.
– Una zona con funzioni di magazzino ricambi delle attrezzature tecniche in campo.
– Una “control room” o cabina di regia per il controllo dei servizi offerti quali l’illuminazione, la musica, l’impianto interno TV a circuito chiuso, la gestione e identificazione dei feretri in ingresso e la relativa programmazione delle cremazioni; la “control room”, a seconda degli spazi disponibili, può ospitare anche il sistema di controllo e supervisione dei forni, oltre che lo svolgimento delle operazioni burocratiche e amministrative connesse al rito delle cremazioni;
– Locale di ristoro e servizi igienici con spogliatoio e docce per gli operatori.
– Una piccola sala d’attesa per gli addetti delle imprese funebri dediti al trasporto dei feretri e ritiro delle urne.
Essendo l’impianto crematorio un impianto di bacino, è consigliabile prevedere questo tipo di servizio aggiuntivo, molto diffuso all’estero, utile per creare con la rete locale delle imprese funebri un rapporto di collaborazione e continuità fornendo loro un servizio per l’attesa ed il ritiro delle ceneri per quelle che provengono da più lontano.