Nella tabella seguente viene riportato l’andamento del prezzo del gas (Smc) in Italia, negli ultimi anni, suddiviso per trimestre. Si tratta dell’andamento della spesa della materia gas naturale per un cliente domestico tipo con un consumo annuale di 1400 metri cubi (servizio di maggior tutela) e i dati sono di ARERA.
In pratica mentre negli anni passati vi era un prezzo dell’ordine di 0,30 euro/smc, ora siamo prossimi a più di 3 volte tale cifra.
In un crematorio di media potenzialità, cioè con circa 2000 cremazioni annue, la bolletta di gas annua dovrebbe aumentare anch’essa dello stesso ordine di misura, fatti salvi eventuali accordi migliorativi di prezzo (ad es. prezzo bloccato, sconti quantità, ecc.).
Solo per l’effetto di crescita dei costi del gas, quindi, i costi di produzione media di un servizio di cremazione sono aumentati dell’ordine di 20-25 euro a cremazione, con una incidenza ancor maggiore per la cremazione di resti mortali.
Un crematorio ha anche un consistente consumo di energia elettrica per il funzionamento dei forni e dei ventilatori che consentono di evacuare dal camino i fumi, per il funzionamento dei macchinari, come per le strutture di servizio (ambienti refrigerati, condizionati o anche riscaldati).
Il dato è molto variabile da impianto ad impianto, ma il consumo può stimarsi nell’ordine di 25 Kwh a cremazione, con incidenza maggiore nei piccoli impianti.
Studiando l’andamento del prezzo della materia energetica (PUN) nel grafico sottostante, si può vedere che – rispetto agli anni passati – l’aumento del prezzo dell’energia elettrica (come materia) è dell’ordine di 8 volte.
Ma la incidenza delle spese in bolletta per il trasporto e gestione del contatore, nonché per oneri di sistema (e anche per imposte) è rimasta sostanzialmente ferma, per cui in realtà l’incremento a Kwh è tra le 2 e le 3 volte in relazione al tipo di contratto esistente.
Attualmente quindi l’onere è di circa 0,45 euro/kwh. Ammettendo che vi sia stato almeno un raddoppio di costo rispetto al passato ciò si traduce in un aumento di circa 0,25 euro/kwh, che per i Kwh medi a cremazione, e ciò comporta un incremento tra i 5 e i 10 euro a cremazione, rispetto al passato.
Senza contare gli aumenti di molte altre voci di costo presenti nei crematori, un gestore di crematorio ha avuto quindi di recente un aumento dei costi energetici per cremazione dell’ordine di 25-35 euro, in relazione al grado di utilizzo degli impianti e degli sconti contrattuali in essere.
Ma un gestore di crematorio non può adeguare il prezzo di vendita del servizio agli effettivi costi perché ha un tetto che è fissato con provvedimento statale, che varia annualmente (dal 1 gennaio) e attualmente solo in base al tasso di inflazione programmato dal Governo per l’anno successivo.
Il meccanismo di rivalutazione che vige per decreto ministeriale (triennale) di fatto è rimasto bloccato per molti anni, visto che i prezzi reali non solo non si discostavano di molto da quelli programmati, ma si sono avuti periodi di deflazione (e quindi di inflazione negativa) in cui le tariffe dei crematori erano ampiamente remunerative, anche solo con l’aumento con il tasso di inflazione programmato, considerando l’aumento del numero medio di cremazioni per impianto a seguito dell’aumento della propensione delle famiglie per la cremazione.
Ma ora i conti non tornano più e quindi come prima misura i gestori dei crematori stanno limitando gli sconti che volontariamente effettuavano rispetto alla tariffa massima consentita (quelli per accaparrarsi maggiori quote di mercato in base alla concorrenza), ma poi si cominciano a levare forti mugugni per la riduzione degli utili e quindi una spinta presso l’Associazione di categoria a farsi interprete di questi aumenti di costo per rivedere le tariffe statali bloccate.
Un ulteriore problema, che però comincia a farsi sentire, è anche quello dei possibili rischi nella continuità delle forniture di gas ed energia elettrica nel prossimo periodo invernale. E inoltre di come concorrere all’obiettivo della riduzione dei consumi, che l’Italia ha previsto nell’ordine del 7% per concorrere ai risparmi energetici europei.
Non c’è in Italia un provvedimento che consenta di ritenere la fornitura del gas (e della energia elettrica) ai crematori come primaria e non interrompibile.
E questo è un enorme problema, poiché è impossibile garantire le sepolture dei defunti se non vi è la piena funzionalità dei crematori. Questo si è visto in occasione della crisi pandemica ed è opportuno che si ponga mano a questo aspetto già fin d’ora, prevedendolo con norma di legge.
Ma esistono anche altri metodi per contenere i consumi di gas dei crematori e questo lo stanno già pensando in Germania, dove il Presidente dell’Associazione dei gestori di crematori ha proposto al Governo misure concrete per consentire riduzioni dei consumi energetici fino al 20% (si veda l’agenzia Reuters, riportata sotto, con nostra traduzione a lato).
Anche SEFIT Utilitalia sta monitorando la situazione ed è probabile che a breve faccia conoscere al Governo e ai propri associati alcune concrete proposte. E già in passato funerali.org aveva affrontato questo argomento con una serie di articoli tecnici di approfondimento su impianti di cremazione eco-sostenibili.
DACHSENHAUSEN, (Germany) , Aug 1 (Reuters) – Germans more often than not choose to be cremated when they die – which would be a problem if Russia turns off the gas.
As Western sanctions heighten tensions between Europe and Moscow, the whole nation is on alert for a possible cut-off of supply by Russian state gas giant Gazprom.
Businesses, including crematoriums, are developing contingency plans to cope with rising gas costs and the risk it is unavailable at any price.
Svend-Joerk Sobolewski, Germany’s cremation consortium chairman, said in the event of any rationing, the sector should be prioritised because, without gas, most crematoriums cannot function.
“You cannot switch off death,” he said.
Of the roughly one million people who die every year in Germany, nearly three quarters are cremated, figures from Germany’s undertakers’ association show.
Compared with other European countries, that is a high percentage, Stephan Neuser, the association’s head told Reuters.
It stemmed in part, he said, from a tradition in the former east Germany, where nearly all burials were through cremation, and it continued as families that relocate and an ageing population prefer urns to graves that they would be unable to visit and maintain.
Longer term, changing from gas to electricity could be an option, but Neuser said that could not happen quickly.
In the immediate term, one possibility would be to reduce ovens’ average temperature to 750 degrees Celsius (1,382°F) from the current 850C, which could save between 10% to 20% of gas, but he said the measure needed a special permit from states’ authorities.
Crematoriums are also switching off some ovens, while keeping others running constantly, so they don’t cool down and require more gas to be reheated.
“In the event of a gas failure, we would be able to continue operating the plants that are hot … That means we could then continue to work with reduced power,” Karl-Heinz Koensgen, who manages a crematorium in Dachsenhausen, western Germany, told Reuters.
Sobolewski of Germany’s cremation consortium said the measure could reduce the amount of gas used by up to 80%, but that not all crematoriums have sufficient demand to justify the model. Cooperation across the sector could help, he said.
Germany’s environment ministry said in a statement it was working with states’ authorities on issuing guidelines for possible minimum temperature exceptions, adding they would be available in the coming weeks.
The economy ministry was not immediately available to comment.
TRADUZIONE IN ITALIANO
DACHSENHAUSEN, (Germania), 1 agosto (Reuters) –
Il più delle volte i tedeschi scelgono di farsi cremare quando muoiono – il che sarebbe un problema se la Russia chiudesse il gas.
Mentre le sanzioni occidentali aumentano le tensioni tra Europa e Mosca, l’intera nazione è in allerta per una possibile interruzione dell’approvvigionamento da parte del colosso statale russo del gas Gazprom.
Le aziende, compresi i crematori, stanno sviluppando piani di emergenza per far fronte all’aumento dei costi del gas e al rischio che non sia disponibile a qualsiasi prezzo.
Svend-Joerk Sobolewski, presidente del consorzio di cremazione tedesco, ha affermato che in caso di razionamento, il settore dovrebbe avere la priorità perché, senza gas, la maggior parte dei crematori non può funzionare.
“Non puoi spegnere la morte”, ha detto.
Di circa un milione di persone che muoiono ogni anno in Germania, quasi tre quarti vengono cremati, secondo i dati dell’associazione funeraria tedesca.
Rispetto ad altri paesi europei, questa è una percentuale alta, ha detto a Reuters Stephan Neuser, il capo dell’associazione.
Deriva in parte, ha detto, da una tradizione nell’ex Germania orientale, dove quasi tutte le sepolture avvenivano attraverso la cremazione, ed è continuata poiché le famiglie che si trasferiscono e una popolazione che invecchia preferisce le urne alle tombe che non sarebbero in grado di visitare e mantenere.
A lungo termine, il passaggio dal gas all’elettricità potrebbe essere un’opzione, ma Neuuser ha affermato che ciò non potrebbe avvenire rapidamente.
Nell’immediato, una possibilità sarebbe quella di ridurre la temperatura media dei forni a 750 gradi Celsius (1.382°F) dagli attuali 850°C, il che potrebbe far risparmiare tra il 10% e il 20% di gas, ma ha affermato che la misura necessita di un permesso speciale dalle autorità statali.
I crematori stanno anche spegnendo alcuni forni, mantenendo altri costantemente in funzione, in modo che non si raffreddino e richiedono più gas per essere riscaldati.
“In caso di mancanza di gas, potremmo continuare a far funzionare gli impianti che sono caldi…
Ciò significa che potremmo continuare a lavorare con potenza ridotta”, ha detto alla Reuters Karl-Heinz Koensgen, che gestisce un crematorio a Dachsenhausen, nella parte occidentale Germania.
Sobolewski del consorzio di cremazione tedesco ha affermato che la misura potrebbe ridurre la quantità di gas utilizzata fino all’80%, ma che non tutti i crematori hanno una domanda sufficiente per giustificare il modello. La cooperazione in tutto il settore potrebbe aiutare, ha detto.
Il ministero dell’ambiente tedesco ha dichiarato in una dichiarazione che stava lavorando con le autorità statali per emanare linee guida per possibili eccezioni di temperatura minima, aggiungendo che sarebbero state disponibili nelle prossime settimane.
Il ministero dell’Economia non è stato subito disponibile a commentare.