Il fronte dei no al crematorio di Monza, da realizzarsi in project financing e destinato a cremare i feretri con zinco di tutta la Lombardia, si è dotato di un blog, raggiungibile al seguente indirizzo http://inceneritorio.org/ dove si può seguire sia la storia dell’intera vicenda, sia le reazini sulla stampa.
Come era facilmente prevedibile le reazioni alla costruzione di un unico impianto a Monza, non solo destinato a cremazione di cadaveri per l’hinterland, ma pure di resti mortali confezionati con zinco provenienti dall’intera regione Lombardia, nonché i pochi feretri confezionati con zinco (in genere quelli che provengono dall’estero) sono state immediate. Era molto più conveniente permetetre che ogni forno esistente si dotasse dei sistemi per l’abbattimento dello zinco nei fumi. In questa maniera nel bilancio globale si sarebbe inquinato di meno, riducendo così i giri di camion di resti mortali dai vari comuni della Lombardia verso Monza. L’errore è stato della Regione e basterebbe veramente poco per risolverlo. O no?
Per Carlo jil dell’1.7.09
Carlo, conoscendo la tua esperienza in materia e del settore, mi sento di consigliarti di non addentrarti troppo in simili affermazioni. Potrebbero essere interpretati in malo modo dalla categoria. C’è già la volontà di qualche addetto ai lavori di iniziare a trattare il defunto come materiale da discarica se poi, semplifichiamo e togliamo anche l’ultima possibilità di creare quel poco di bussines che rimane utilizzando le casse in cartone siamo alla frutta. Arriveremo in caso di decesso a mettere il proprio caro in un contenitore che sia di cartone o altra materiale idoneo,lasciarlo fuori del cancello di casa per farlo portare alla discarica dai camion della nettezza urbana. Se è a questo che si vuole arrivare allora possiamo dire addio al comparto altrimenti, e tutti dovrebbero incominciare a capirlo, BISOGNA TORNARE ALLA VERA POMPA FUNEBRE , velocemente , altrimenti SIGNORI SI CHIUDE.
Già ora, all’atto dell’estumulazione, è possibile confezionare il resto mortale (così come definito dal DPR 15 luglio 2003 n. 254) entro un contenitore “leggero” di materiale facilmente biodegradabile o combustibile. Così, almeno, si è pronunciato il competente Ministero con una recente risoluzione (reperibile nell’archivio di questo sito con la funzione “cerca” alla voce “resti mortali”). Tale decisione è pienamente operativa anche in Regione Lombardia per la quale valgono pur sempre le disposizioni del DPR n. 254/2003.
Si tratta solo di far digerire ai necrofori la poco esaltante esperienta di venire a diretto contatto con un cadavere imparzialmente scheletrizzato per effetto di mummificazione, saponificazione e, soprattutto, corificazione. Tale fenomeno, infatti, interessa massimamente i corpi esanimi racchiusi entro cassa metallica con chiusura a tenuta stagna.
In Lombardia per il confezionamento delle casse per resti mortali vige l’Art. 20 comma 2 del Reg. Reg. 6/2004 così come modificato del più recente Reg. REg. n. 1/2007.
La regione lombardia, al fine di contenere l’espansione dell’area dei cimiteri ha voluto un impianto di cremazione per casse contenete lo zinco in quanto la percentuale di indecomposti con concessioni a 30-40 e 50 anni è intorno al 80-90 %.
E’ vero quello che dite per il nuovo, ma serve correre ai ripari per le salme presenti nei cimiteri, quindi se mi permettete la soluzione è quella di aprire le casse, togliere i materiali stoffe, zinco e legno e recuperarli, ed infine cremare la salma.
questo era il nostro progetto, avevamo cominciato bene, cinerario comune, giardino delle rimembranze (premio fiori viola 2008) etc.
In verità ai sensi degli Artt. 31 e 75 comma 3 del DPR 285/1990 il Ministero con D.M. 12 aprile 2007 ha già autorizzato l’impiego di un cofano in cellulosa con il solo telaio in legno. E’ da verificarsi il reale impatto di questo prodotto ecologico sui costumi funerari degli italiani, in quanto la cassa, nella nostra cultura, rappresenta pur sempre uno status symbol.
Più semplice ancora sarebbe utilizzare bare di cartone o simili ed evitare di bruciare quelle tradizionali.
Lo si fa già in altri paesi mondiali…
meno inquinamento
meno costi ( ma qui apriti cielo )
meno casse prodotte (perchè verrebbero riciclate ?)
che senso ha bruciare la cassa super fashion pagata 5.000 euro ?
Dopo la funzione si mette la salma nella cassa per le cremazioni, lo anche visto fare in qualche film ….
Basta modificare una legge fatta male !!!!!!!
Ovviamente lascio alle IOF ogmi commento…
A questo punto la cassa di zinco dovrebbe esser esterna rispetto al cofano ligneo, in quanto così più facile da asportare.
Si è, tuttavia, fortemente contrari a questa soluzione in quanto:
1) la cassa di zinco non è strutturalmente dotata di adeguati sistemi di movimentazione e spesso la lamiera è tagliente.
2) il vero “imballo” con funzioni di contenimento per il trasporto è pur sempre rappresentato dal cofano di legno
3) la cassa di legno è più pregiata anche sotto l’aspetto dell’estetica, ed un buon impresario sa benissimo come una buona politica dell’immagine sia la miglior strategia aziendale.
Buon giorno,
se prima della cremazione della salma togliamo lo zinco, e lo recuperiamo, sicuramente si spende meno per la manutenzione dei filtri, si vende lo zinco previa trattamento di disinfezione, ed il gioco è fatto.
Il tutto in atmosfera protetta sia per il personale operante che per le emissioni in atmosfera.
semplice, no?
Ma siamo in lombardia ed è facile complicare le cose, come la distanza minima degli impianti di cremazione di 50 Km. uno dall’altro.
Da tecnici una legge regionale e circolari regionali della sanità incredibili, c’è solo la volontà di favorire qualcuno e/o qualche impresa.