E’ necessario rivedere la applicazione della normativa regionale toscana sulla operatività dei crematori

Dieci giorni di attesa per una cremazione. La settimana scorsa, una famiglia montignosina (comune vicino a Massa) ha chiesto di dar seguito alle volontà di di cremazione di un defunto. Ma è cominciata l’odissea: a Montignoso il forno crematorio non c’è. Ce n’è uno a pochi chilometri di distanza, a Massa. Peccato, però, che sia destinato esclusivamente alla cremazione dei residenti. Problemi simili anche a Pisa e Livorno. Nella città della Torre il forno è in ristrutturazione, Livorno, invece, ha messo un limite: nessuna salma che provenga da comuni oltre Pisa. Rimane Genova. Risultato? In Liguria le domande sono tantissime e l’unica soluzione- triste a dirsi – è la lista d’attesa. C’è da aspettare 10 giorni durante i quali la salma rimane nella cappella del cimitero, a Montignoso. Ma cosa succede in questi impianti di cremazione Come è possibile che limitino l’acceesso ai non residenti quando vi è una legge nazionale che prevede la programmazione reggionale degli impianti proprio per garantire adeguati bacini ottimali per il servizio?

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