Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
“Nei mesi più difficili dell’emergenza sanitaria, per il settore funerario iniziava la fase più acuta con numeri delle vittime del virus subito troppo alti e concentrati in un ristretto ambito territoriale. Nonostante le oggettive difficoltà, il settore ha continuato a garantire con continuità il servizio”.
Lo ha dichiarato Valeria Leotta, responsabile nazionale SEFIT (la Federazione delle imprese pubbliche private e miste del settore funerario aderenti a Utilitalia) in occasione dell’assemblea annuale.L’emergenza, ha evidenziato Leotta, “ha portato alla luce i nodi irrisolti dell’ordinamento mortuario: normative datate, mancanza di una legge nazionale, disomogeneità di disciplina sul territorio nazionale per plurimi interventi regionali, difficoltà gestionale economica e finanziaria dei cimiteri e scarsa programmazione regionale dei crematori”.
Da tempo le aziende associate a Utilitalia-SEFIT sottolineano l’importanza di curare i piani regolatori cimiteriali e della distribuzione dei crematori sul territorio attraverso la creazione di un piano nazionale: ciò permetterebbe di fornire, in ogni situazione, un riscontro tempestivo alle richieste delle famiglie.
E’ pertanto necessario che il legislatore intervenga per dotare il comparto di una legge nazionale di settore che tenga conto delle criticità emerse e per prevedere, in questa fase di emergenza, le necessarie misure affinché i servizi funerari vengano garantiti in modo efficiente.Nel pieno di questa seconda ondata di Covid-19, ha spiegato Leotta, “si è avvertita in modo forte l’urgenza dell’adozione di una normativa emergenziale che sistematizzi le precedenti indicazioni date al settore funerario, aggiornandole in considerazione delle problematiche rilevate nei mesi scorsi, e che indichi chiaramente i comportamenti da tenere su tutto il territorio nazionale, sempre graduando le misure da adottare a seconda del livello locale di emergenza raggiunto”.
Di conseguenza, per garantire in questa fase la piena operatività di tutto il settore (funebre, cimiteri e crematori) sono necessari “interventi normativi su più ambiti di competenza che non coinvolgono solo la tutela della salute. Diversamente, il rischio sarebbe quella di una regolamentazione incompleta che non consentirebbe al comparto funerario di operare in condizioni efficienti, e rispondenti anche alla finalità di gestione dei defunti e di prevenzione del rischio di diffusione del contagio”.Dal punto di vista sanitario ed emergenziale, ha concluso Leotta, “l’operatività degli operatori del settore funerario è strategica e occorre fornire le necessarie coperture normative per consentire che prosegua in modo continuativo e idoneo. Sono inoltre necessarie indicazioni uniformi sul territorio, sebbene con misure graduabili in base al livello di allerta registrato localmente, e garanzie per i lavoratori particolarmente esposti al contagio, che operano in situazioni equiparabili a quelle dei sanitari”.