Che succede alle protesi mammarie durante una cremazione

L'articolo è parte 1 di 12 nella serie Casi particolari per la cremazione
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Comincia oggi la pubblicazione su funerali.org di una rubrica periodica tenuta da un esperto di livello europeo di crematori e cremazione, il Dr. Fabrizio Giust.
Periodicamente verrà trattato un argomento tecnico/pratico concernente la conduzione degli impianti di cremazione.
Parte dei suggerimenti operativi confluirà in un corso di aggiornamento per gli operatori degli impianti di cremazione che si terrà nel secondo semestre 2023 o nei primi mesi 2024, in relazione all’interesse e alle iscrizioni che perverranno.

In Italia, in base alle attività di sorveglianza effettuate presso la Direzione generale dei dispositivi medici, risulta che sono circa 55.000 le protesi mammarie vendute in media ogni anno (dati 2011-2021); il 63% risulta impiantato per finalità estetiche, il 37% per finalità ricostruttiva; si stima che ogni anno circa 42mila pazienti ricevano un impianto.
Le protesi mammarie, comunemente impiantate per ragioni estetiche o ricostruttive, sono dispositivi medici di classe III regolamentati dal Decreto legislativo 24 febbraio 1997, n. 46 e dal Regolamento UE 745/2017.
Le protesi mammarie appartengono, quindi, alla classe di rischio III, la più alta in quanto dispositivi invasivi perché destinati a penetrare nel corpo e a lungo termine, cioè persistenti nel paziente per un tempo superiore a 30 giorni; per questa classe di rischio è previsto che l’Organismo Notificato, prima di rilasciare la certificazione CE, e quindi prima della immissione sul mercato, valuti con particolare attenzione progettazione, qualità e produzione.
A marzo 2019 è iniziata la raccolta dei dati relativi agli interventi di impianto o rimozione di una protesi mammaria, su base volontaria, nella piattaforma pilota del Registro nazionale delle protesi mammarie, istituito presso l’Istituto Superiore di Sanità sotto la direzione e il coordinamento della Direzione generale dei dispositivi medici e del servizio farmaceutico del Ministero della Salute.
Il 2 febbraio 2023 è entrato in vigore il Regolamento di istituzione del Registro nazionale degli impianti protesici mammari, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 18 gennaio 2023.
L’Italia è il primo Paese al mondo che dispone oggi di un registro nazionale ad alimentazione obbligatoria da parte dei chirurghi che impiantano o rimuovono protesi sul territorio nazionale.
Anche gli operatori economici che in Italia distribuiscono tali dispositivi sono tenuti a trasmettere i dati relativi ad ogni singola protesi mammaria commercializzata e destinata ad essere impiantata, sia per finalità estetiche che ricostruttive.
La composizione chimica del gel al silicone contenuto nelle protesi mammarie è riportata nella tabella 1 sottostante.

Protesimammariecomposizione

Protesi mammarie e Cremazione

Mentre per alcuni dispositivi medici e impianti, come i pacemaker, in molti Paesi Europei, viene richiesta la rimozione prima della cremazione, le protesi mammarie non richiedono tale rimozione.
Questo perché non vi è alcun rischio ambientale e operativo legato alla cremazione di questi dispositivi.
L’unica conseguenza pratica è che le protesi siliconiche fondono e si sciolgono in una sostanza appiccicosa che tende ad attaccarsi alla suola refrattaria della camera di cremazione e che dovrà essere rimossa con una pulizia supplementare dagli operatori dell’impianto crematorio.

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Fabrizio Giust

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