Dopo l’incidente in cui morì nel 2005 un idolo del basket come Willie Sojourner, in una citta’ come Rieti, egli torna alle cronache per una situazione grottesca, concernente la destinazione delle sue ceneri.
A migliaia presero parte ai funerali, celebrati nel lo stesso palasport che gli sarebbe poi stato intitolato.
Poco dopo, una partita delle vecchie glorie della Sebastiani, da Brunamonti a Zampolini, ne celebrò la memoria sotto gli occhi del suo vecchio amico Julius Erving, che proprio a Sojourner deve il soprannome di "Doctor J".
Rientrata negli Usa la salma fu cremata. E le ceneri sparse in parte nel lago di Albuquerque, dove il giocatore di basket amava pescare, in parte conservate dai familiari.
Dal club reatino partì una proposta: una statua in suo onore per custodirne i resti proprio a Rieti.
Così, il figlio Matthew, in occasione dello "Willie’s game", riportò in Italia una porzione di quelle ceneri.
Da allora non se ne seppe più nulla. Finché, l’anno scorso, i dirigenti della Npc, la nuova società cui l’impianto è stato riassegnato dopo la scomparsa della Sebastiani, scovarono l’urna delle ceneri (parziali) dimenticata in un armadietto del palasport, con sull’etichetta: "Willard Sojourner, cremated October 29, 2005".
Che fare?
Dopo una lunga mediazione, il consigliere comunale, Emanuele Donati, e l’assessore allo Sport, Alessandro Mezzetti, sono riusciti a trovare un accordo con i familiari del giocatore, imbufaliti e indignati per l’incredibile vicenda.
E finalmente al cimitero monumentale di Rieti arriveranno le ceneri di un mito del basket di questa città.