Sabato 1 gennaio 2021 nella cattedrale di St. George a Cape Town, in Sudafrica, si sono tenuti i funerali dell’arcivescovo anglicano sudafricano Desmond Tutu, premio Nobel per la Pace nel 1984, morto lo scorso 26 dicembre a 90 anni.
Le sue ceneri sono state interrate nella cattedrale, dopo la cremazione avvenuta con il procedimento dell’idrolisi alcalina.
Tale tecnica, chiamata anche “biocremazione”, “cremazione verde” o “cremazione con l’acqua”, consiste non nel bruciare il corpo – come avviene nella cremazione tradizionale – ma nel sottoporlo a un trattamento fisico e chimico, che scioglie gli organi e i tessuti e successivamente polverizza le ossa.
Negli ultimi vent’anni si è diffusa soprattutto in Canada, in Australia e negli Stati Uniti, mentre in Europa finora si è proposto di legalizzarla solo nei Paesi Bassi.
In sintesi, il procedimento della cremazione con l’acqua prevede che il corpo della persona morta venga inserito in posizione orizzontale in un macchinario dotato di portellone metallico, che poi viene sigillato.
La macchina pesa il corpo della persona e calcola quanta acqua e quanto idrossido di potassio saranno necessari per completare l’idrolisi (di norma servono più o meno 270 litri d’acqua ogni 30 chilogrammi di idrossido di potassio).
Il corpo viene quindi immerso in questa soluzione alcalina di acqua e idrossido di potassio, con un pH basico di circa 14, la temperatura viene alzata fino a circa 152 °C e tutti i tessuti del corpo si sciolgono completamente nel giro di 60-90 minuti.
Il liquido che resta viene fatto defluire, mentre le ossa – che rimangono integre assieme ad eventuali protesi e dispositivi medici – vengono risciacquate con acqua fredda, riscaldate a 120 °C in modo da essere asciugate e ridotte in frammenti, polverizzandole per essere consegnate ai familiari della persona defunta, come per le ceneri ottenute con la cremazione tradizionale, affinché vengano conservate o disperse.
L’intero processo di cremazione con l’acqua può durare fino a quattro ore e le conseguenze sull’ambiente viene affermato dai fornitori del macchinario siano molto più contenute, riguardando per lo più l’elettricità; mentre il liquido che si ottiene – oltre alle ossa – questo, sempre a detta dei venditori del macchinario, può essere smaltito attraverso uno scarico e disperso nel sistema fognario senza problemi.