La Procura di Biella ha comunicato la chiusura delle sue indagini per i noti fatti avvenuti nel crematorio di Biella.
Vengono indicati esplicitamente solo tre casi di cremazioni multiple, e questo potrebbe confermare l’ipotesi che – come preannunciato – si voglia procedere con una richiesta di giudizio immediato, caratterizzato per l’appunto dalla necessaria evidenza della prova a carico degli indagati (in questo caso i filmati realizzati dentro e fuori il tempio crematorio nei giorni precedenti al sequestro).
Le posizioni di tutti gli altri familiari che hanno presentato denuncia-querela, avendo commissionato alla Socrebi una cremazione nel periodo marzo-ottobre 2017, potrebbero esser
confluite in un fascicolo “bis”, destinato ad un diverso percorso di verifica sulla effettiva sussistenza di anomalie e responsabilità.
Preso atto di questa scelta della Pubblico Ministero, ciò non esclude la possibilità ed opportunità, per tutti i familiari interessati, di costituirsi come parte civile nel giudizio immediato, anche al
fine di pretendere che tanto nel presumibile patteggiamento quanto nell’eventuale giudizio abbreviato, tutto non si risolva in uno sconto di pena automatico ed a porte chiuse, senza che si tenga adeguatamente conto del ben più elevato numero di vittime rispetto a quello “scelto” dalla Procura.
Restano ancora aperti, quindi, i diversi percorsi e le possibili decisioni della magistratura penale nel suo complesso, ed ogni conseguente valutazione ed azione per i familiari delle vittime.