Si è rotto qualche giorno fa l’unico forno crematorio funzionante a pavia. Un decina di feretri in attesa di essere cremati sono stati dirottai in altri impianti: a Serravalle Scrivia, Biella, Piacenza, Trecate.
Il presidente di Socrem Pavia ha rilasciata una amara dichiarazione:
«È dall’inizio dell’anno che siamo in questa situazione: un forno, vecchio di vent’anni, non può essere acceso perché non a norma, non lo sono i filtri, l’altro, relativamente più giovane, ha soltanto, si fa per dire, dieci anni, è a norma ma continua a rompersi.
È così può capitare che la cremazione delle salme provenienti dalla città e dalla provincia debbano essere mandate in altri centri per la cremazione.
Con le imprese di onoranze funebri che, conoscendo ormai i problemi che ci sono a San Giovannino, stanno prendendo accordi con altri impianti di cremazione fuori Pavia.
E una volta che le intese saranno messe nere su bianco, ci vorranno anni perché queste imprese tornino a lavorare nella nostra città. Intanto chi è impossibilitato a far cremare il proprio caro a Pavia, causa guasti al forno, deve pagare dai 300 ai 500 euro per il trasporto della salma per farla cremare in altre città».
Di norma la risposta al quesito è data entro 3 giorni lavorativi.
Per quesiti complessi ci si riserva di non dar risposta pubblica ma di chiedere il pagamento da parte di NON operatori professionali di un prezzo come da tariffario, previo intesa col richiedente
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