Nel 2023 risultano autorizzati ed operanti in Italia n. 91 impianti di cremazione, senza variazioni rispetto all’anno precedente. In questi impianti, nel 2023, si sono effettuate 252.075 cremazioni di cadaveri (259.915 nel 2022).
A tali valori sono da sommare 44.210 cremazioni di resti mortali nel 2023 (a fronte di 45.986 nel 2022).
Pertanto, nei crematori italiani si è effettuato nel 2023 un totale di 296.285 cremazioni (305.901 nel 2022).
La cremazione di resti mortali è variata di poco rispetto all’anno precedente (- 1.776) e, per l’anno 2023, incide per poco meno del 15% sul totale delle cremazioni effettuate.
Le cremazioni di cadaveri effettuate in Italia nel corso del 2023 sono diminuite del 3,0% rispetto all’anno precedente, con un decremento numerico corrispondente a -7.840 unità.
In presenza del forte calo di mortalità nel 2023 rispetto all’anno precedente ( – 7,41% pari a -52.899 morti annui), la cremazione è però aumentata percentualmente come scelta delle famiglie, e senza crescita di nuovi impianti, segno del consolidarsi di scelte della popolazione nei confronti di questa pratica funebre, a scapito soprattutto della tumulazione.
Difatti l’incidenza della cremazione sul totale dei decessi passa dal 36,43% del 2022 al 38,16% nel 2023.
L’aumento in termini di percentuale sul totale di mortalità è dovuto principalmente alla sensibile crescita della cremazione al Nord, nel Sud e isole (in particolare Sicilia).
Si conferma che le regioni dove la crescita è più accentuata sono quelle meglio dotate di impianti (Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana). Si segnala poi la buona performance dei crematori della Campania, per l’effetto di traboccamento soprattutto da Lazio, Sicilia, Puglia e Basilicata.
Ma è in Sicilia che si avverte un forte incremento di cremazioni per effetto della messa in funzione di due nuovi impianti, e dell’ancora parziale ripresa del servizio a Palermo.
Si segnala che le cremazioni di alcune regioni sono numericamente influenzate da apporti di domanda inevasa proveniente da altri territori, attualmente sottodotati di impianti, come sono infatti soprattutto le regioni Puglia, Lazio e Sicilia, o privi di impianti come Abruzzo, Basilicata, Molise.
L’incidenza della cremazione registrata e stimata sul totale delle sepolture, per l’anno 2023, è del 38,16%, con un incremento in termini percentuali del +1,7%, rispetto al dato 2022 (36,43%).
Nel 2023, così come negli anni precedenti, le città in cui viene effettuato il maggior numero assoluto di cremazioni sono generalmente le città metropolitane.