Nel forno crematorio di Trento, inaugurato lo scorso ottobre, sono emersi – con l’arrivo delle prime alte temperature climatiche – gravi problemi di aerazione e raffrescamento nei locali tecnici dove si effettua la cremazione delle salme e in quelli dietro ai forni, dove vengono lavorate le ceneri.
Il sistema non è risultato idoneo a garantire la normale gestione delle attività lavorative delle due linee dell’impianto di cremazione e nei locali di servizio si sono raggiunte temperature prossime ai 40 gradi.
Il Comune ha così dato incarico per una valutazione del rischio per i lavoratori, effettuando le dovute misurazioni e coinvolgendo sia il medico competente che il costruttore per un intervento atto ad ottemperare le dovute condizioni di sicurezza sulla base dei dati tecnici.
Nel frattempo, le cremazioni continueranno, grazie all’introduzione di misure comportamentali aggiuntive per gli operatori, come l’assunzione di bibite mineralizzanti per reintegrare la perdita di sali, la riduzione al minimo indispensabile della presenza nei locali dei forni e comunque sempre con presenza di due persone per garantire un pronto intervento nel caso una delle due dovesse sentirsi male per il caldo.
In questo modo, secondo il responsabile del tempio crematorio, l’attività di cremazione dovrebbe essere garantita anche nei due mesi più caldi di luglio e agosto – con le due linee che garantiscono la cremazione di 12 salme al giorno.
Se, però, le temperature dovessero superare i 40-42 gradi si dovrà considerare l’interruzione del servizio di cremazione.