A Rocca Priora, uno dei diversi Comuni in cui si stanno valutando soluzioni di nuovo insediamento di impianto di cremazione, il Sindaco aveva pensato ad un confronto civile con la cittadinanza.
Aveva fatto le cose per bene, chiamando a parlare esperti, tecnici e pure l’assessore di un Comune nel quale da tempo esiste un forno crematorio.
Peccato che la assemblea pubblica, svoltasi qualche giorno or sono, in cui il malcontento sembra sia stato guidato da esponenti politici per trarre giovamento dal clima, si sia trasformata rapidamente in un’arena.
Riportiamo solo una parte della cronaca locale:
“L’iter per la realizzazione del Tempio – ha detto in apertura il primo cittadino supportato dalla Giunta schierata in prima fila – è appena all’inizio. Il 26 gennaio il Consiglio comunale ha approvato la delibera di interesse con la quale si è recepito il progetto preliminare presentato dalla Socrit ma il passaggio importante sarà quello della Conferenza dei servizi del 7 aprile”. Fischi e cori da stadio contro un sindaco che non ha comunque abbassato la guardia. “Per la città i vantaggi ci saranno sia in termini di royalties (compresa l’intera riqualificazione dell’area cimiteriale), sia per un bene che sarà comunque della comunità”.
Meno fortunati i tre ospiti: il professore Vincenzo Naso, ordinario presso la Facoltà di Ingegneria Civile ed Industriale dell’Università di Roma “La Sapienza” e direttore del Centro Interuniversitario di Ricerca per lo Sviluppo Sostenibile (CIRPS) dopo 10 minuti nei quali è stato ripetutamente interrotto per quanto stesse provando a fare ordine nella materia ha deciso di rinunciare. Luca Arpaja, esperto tecnico in impianti di cremazione ha provato a delineare il livello della tecnologia sul tema ma poi anche lui è stato sopraffatto e non meglio è andata a Sara Paladini, assessore del comune di Novara, comune che da decenni ha impianti crematori in funzione. Anche lei, quasi insultata dal pubblico, alla fine ha rinunciato. Al di là di tutto vedere i tre ospiti abbandonare l’Auditorium del Credito cooperativo con la testa bassa non è stato davvero edificante.
Quindi quelli del comitato: prima i consiglieri comunali Mastrella e Antonio Vinci e quindi altri esponenti del gruppo che dopo aver depositato 1460 firme (“Che certamente non ignoreremo”, ha assicurato Damiano Pucci) chiedono a gran voce il referendum. Tra i vari interventi le intemperanze di alcuni, gli striscioni ed il blitz di un gruppo che ha preferito coprirsi gli occhi con una benda rossa piuttosto che guardare il forno. Tra le preoccupazioni dei contrari quelle relative alle emissioni dell’impianto (destinato a regime a cremare 6 salme al giorno) e dei relativi controlli di qualità.
Insomma una vera e propria debacle per il Sindaco del Comune, che ora sta valutando il da farsi.