I fratelli macabrazov

Letta sul web, ma non molto lontano dalla realtà …

E’ mio convinto parere che la telefonata intercorsa ieri sera tra me e mio fratello debba assolutamente essere condivisa.
“Insomma, domani vengono i veci a trovarti?” domanda lui.
“Sì, vengono a vedere come sto, se ho bisogno di qualcosa” rispondo io.
“Vengono per pranzo?”.
“No, cioè sì, però arrivano in mattinata, parcheggiano nel quartiere e poi vanno a prenotare l’abbrustolita”.
“Icché prenotano?!”.
“L’abbrustolita, la sbruciacchiata, la cremazione”.
“No! Ma che mi pigli in giro?”.
“Nonò, è vero: vanno al centro cremazione a prenotarsi”.
“Non ci posso credere”.
“Oh, vedrai, se vogliono essere cremati bisogna che si organizzino”.
“Oddìo che angoscia, mi sento male”.
“Macché, son proprio bellini invece, tutt’e due insieme, a braccetto, a pianificare questa cosa a cui pensano da sempre”.
“E poi?”.
“E poi quando saranno morti noi si terrà l’urnina”.
“L’urnina?!”.
“Certo! Si fa a mezzo, va bene? Mezzo babbo e mezza mamma per uno”.
“Te sei pazza: io l’urnina in casa non ce la tengo!”.
“Ma come no?! Che stronzo!”.
“No, senti, non se ne parla, io le ceneri dei miei genitori in casa non ce la fo a tenerle, abbi pazienza”.
“Ma come, pensa bellino, sulla mensolina dell’Ikea, in cucina”.
“Oddìo che impressione, mi sento male”.
“Vien via, eppure sono cose naturali, cosa vuoi che sia? Sono i nostri genitori!”.
“Ma lo so! Però io le ceneri in casa ‘un ce le voglio, senti”.
“Va be’, allora li tengo tutt’e due io”.
“No di certo! Io voglio la mia metà!”.
“Ma come?! E cosa te ne fai?”.
“Senti che ideona: parto per un viaggio solitario e lontano e le spargo in qualche fiume esotico, o nelle acque di un oceano, a seconda di dove dico di andare”.
“Ma, tipo?”.
“Che ne so, Cambogia, Laos, lo sai che a me mi garba l’estremo Oriente, la Birmania”.
“Che cazzata: il babbo e la mamma in quei posti non ci son nemmeno mai stati, non ha senso spargerli là. A me hanno detto che, nel caso ci volessimo sbarazzare degli avanzi, lui vuole essere buttato al vento dalla vetta del Pratomagno, lei in Arno. In alternativa, nel mare di Calabria dove fanno sempre le vacanze”.
“Figuriamoci, ora vo fino in Calabria per buttare via la mamma”.
“Accidenti, vorresti andare in Laos, tu puoi andare a Tropea!”.
“Ma cosa c’entra, è un altro discorso, il viaggio in oriente sarebbe per me l’occasione di rielaborare il lutto, di accettare la loro scomparsa”.
“Però penso che non sarebbero contenti: da soli, in Laos, come du’ bischeri, senza conoscere nemmen le strade”.
“Hai ragione: se poi funzionasse che dopo la morte l’anima resta a vagare in prossimità del corpo, sai che giramento di coglioni gli piglia? Noi in Toscana e loro in Cambogia! AHAHAHAH!”.
“Davvero! Pensa che storia! Noi qua, a piangere che non ci sono più, e loro laggiù a maledirci tutti i giorni da Angkor! AHAHAHAH!”.
“AHAHAHAHAH!”.
“AHAHAHAHAHAHA!”.
“AHAHAHAHAHAHAH!”.
“AHAHAHAHAHAHAHAH!”.
Insomma, io ve la fo breve, ma è andata avanti così parecchio.

Fonte: http://laprofepuntoit.splinder.com

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