Vola in carcere il sindaco di Pescara, tra l'altro per un project financing cimiteriale

l sindaco di Pescara Luciano D’Alfonso e’ stato arrestato nel corso della notte. Con lui sono stati arrestati anche il suo collaboratore e funzionario comunale Guido Dezio e l’imprenditore Massimo de Cesaris titolare insieme al padre della societa’ Fidia, che erano stati il veicolo (e non solo) per la privatizzazione dei servizi cimiteriali. L’accusa sarebbe di associazione per delinquere, concussione, abuso e falso ideologico e truffa per D’Alfonso e Dezio, corruzione per De Cesaris. Oltre ai tre arrestati di ieri sera ci sono altri 35 indagati nell’inchiesta che ha portato al fermo del sindaco di Pescara Luciano D’Alfonso, tra questi ci sono anche Carlo Toto, patron di Airone, ed il figlio di quest’ultimo, Alfonso.

L’ha confermato il Pm Gennaro Varone ai giornalisti. Al sindaco di Pescara sono contestati circa 30 capi d’imputazione dalla corruzione in rapporti con imprenditori per lavori pubblici e accordi programma. Il filone degli appalti cimiteriali e’ solo uno, e Toto e’ indagato nel filone che riguarda la riqualificazione dell’Area di Risulta dell’ex ferrovia di Pescara. Il sindaco di Pescara era stato raggiunto da un’informazione di garanzia il 3 luglio scorso. Tra i capi d’imputazione anche quello di truffa per distrazione di denaro per pubblicita’ istituzionale e peculato per beni pubblici: Nel caso dei rapporti con Carlo Toto i giudici contestano l’uso gratuito per viaggi personali di aerei nel capitolo di corruzione per l’Area di Risulta. Il Gip De Ninis deve ancora stilare il calendario degli interrogatori ma si e’ appreso che sono probabili delle misure interdittive con la sospensione dai pubblici uffici . A determinare la prima parte dell’indagine sono stati alcuni appunti sequestrati all’ex braccio destro del sindaco Guido Dezio, anche lui ai domiciliari, dove sono stati accertati versamenti di denaro di imprenditori con riscontri bancari. Tra i 35 indagati risulterebbero molti imprenditori pescaresi.

La richiesta di arresto per il sindaco di Pescara, Luciano D’Alfonso, era stata presentata al gip Luca De Ninis a meta’ del mese di novembre. D’Alfonso si era presentato spontaneamente al pm Gennaro Varone la scorsa settimane per rendere dichiarazioni spontanee. Nel corso dell’incontro con il magistrato il sindaco di Pescara aveva annunciato le sue dimissioni dalla carica elettiva. L’interrogatorio era stato trasmesso al Gip che, tuttavia, ha ritenuto che le esigenze di custodia cautelare fossero inderogabili. Il totale delle presunte tangenti sarebbe stato quantificato in 150 mila euro.

La privatizzazione dei cimiteri comunali a Pescara era partita nel 2007, dal cimietro di Colle Madonna, con una delibera di giunta approvata la sera del 7 marzo 2007 che assegnava all’associazione temporanea d’impresa, composta dalla Delta lavori costruzioni e dalla Angelo De Cesaris srl, l’incarico di gestione del cimitero della città per sette anni. Successivamente le due imprese costituirono un’altra società, la Fidia, che ottenne in gestione i due cimiteri di Colle Madonna e San Silvestro per 10 anni, con un introito calcolato in 18 milioni di euro. Il provvedimento fu ampiamente contestato in sede locale ed oggetto di un esposto alla Magistratura.

Di seguito si riporta un comunicato del FSE COBAS del 3 giugno 2008, da cui meglio si comprende la parte di vicenda che interessa i cimietri pescaresi:

Un esposto-querela in merito all’appalto per la gestione dei due cimiteri di Pescara, affidato dal Comune. Lo annuncia l’organizzazione sindacale F.S.E c.o.b.a.s. in merito a ‘ruoli, coinvolgimenti, sovrapposizioni di compiti e di rapporti’ della societa’ a progetto Fidia, che si e’ aggiudicata l’appalto, e il Comune di Pescara. Ricordando che il Comune di Pescara versera’ alla Fidia, nei prossimi sei anni, circa 8 milioni e mezzo di euro per il solo cimitero di Colli Madonna, il sindacato sottolinea che ‘tali somme risultano esorbitanti e non sono neppure giustificate dal piano di sviluppo e dalle proposte fino ad oggi attuate dalla Fidia’. La sovrapposizione di ruoli di cui parla il sindacato sta nel fatto che ‘ad effettuare il 90 per cento di lavoro sono i dipendenti del Comune di Pescara, che dall’ottobre 2006 devono rispondere agli ordini della Fidia’. I lavoratori segnalano che la Fidia ‘impone turni di lavoro, straordinari, piani ferie e di riposo, malgrado il rapporto di lavoro del personale sia a tutti gli effetti con il solo Comune di Pescara’. Vengono denunciate, poi, ‘condizioni di insicurezza ed esposizione al rischio di infortuni’. Silvana Sisti, segretario nazionale della Fse cobas, commenta che ‘laddove venissero accertati i piu’ bassi costi del lavoro pagati dalla Fidia, si avrebbe interposizione di mano d’opera’, il che vuol dire, in termini non giuridici, ‘caporalato, e il caporale in questione sarebbe il Comune di Pescara’. Con l’esposto-querela il sindacato mira anche alla costituzione di parte civile ‘per tutti i lavoratori e cittadini danneggiati da tale gestione’.

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