Il 23 aprile 2008 al Ministero dell’Interno, presente il ministro uscente Giuliano Amato, è stato ufficializzato il progetto per una federazione dell’islam italiano, cui hanno lavorato in questi mesi alcuni esponenti della Consulta per l’islam istituita a suo tempo dal ministro Pisanu, e costituitisi in comitato promotore. In una dichiarazione d’intenti i firmatari – sette componenti della Consulta piu’ il segretario del Centro islamico della grande moschea di Roma, Abdellah Redouane – si riallacciano all’esperienza comune e alla stesura per la Carta dei valori e auspicano la nascita di un organismo aggregativo che superi ”le attuali divisioni dei musulmani”, fonte in Italia di ”problemi ed equivoci anche gravi”. Alla base del progetto, la riaffermazione di principi quali il riconoscimento della sacralita’ della vita, del diritto di liberta’ religiosa ovunque nel mondo, la necessita’ di una regolazione delle moschee e di una formazione degli imam con modalita’ trasparenti, l’autonomia ”da ogni ingerenza di centrali straniere” e il coinvolgimento attivo delle comunita’ musulmane nella comunita’ civile italiana. “Siamo pronti a firmare la ‘Carta dei Valori’, ma e’ sbagliato escludere la nostra organizzazione dalla Federazione dell’Islam italiano promossa dal Viminale”. Questo il commento di Ezzedin el-Zerfi, Imam di Firenze e portavoce dell’Unione delle Comunita’ islamiche in Italia (Ucoii) alla notizia della nascita di una Federazione sponsorizzata dal ministro degli Interni uscente, Giuliano Amato, e di cui fa parte anche la Grande Moschea di Roma ed una serie di altre moschee ed associazioni islamiche italiane. “Anche noi come Ucoii attraverso il presidente Nour Dachan abbiamo collaborato alla realizzazione della Carta dei Valori – spiega ad AKI – ADNKRONOS INTERNATIONAL – abbiamo discusso dei suoi contenuti nel nostro ‘Majlis Shura’ (Consiglio consultivo) che l’ha accettata. Dopo la sua diffusione nessuno ci aveva chiesto di sottoscriverla in via ufficiale: lo stesso ministro in un primo momento aveva detto che nessuno avrebbe dovuto firmare la Carta dei Valori”. Il portavoce dell’Ucoii sostiene inoltre di aver superato le riserve avanzate in un primo momento sul paragrafo della Carta relativo alla poligamia. “Sulla poligamia ci sono frasi che a noi non tornano ma in generale il testo ci va benissimo, il nostro principio di base e’ quello di rispettare la legge del paese in cui viviamo” ha concluso el-Zerfi.
Fonte: www.infopal.it