Il Comune di Venezia sta per attuare la legge regionale del marzo 2010, avviando, con l’approvazione in GM, il regolamento per la conservazione e le dispersioni delle ceneri, che per essere operativo deve ora essere approvato dal Consiglio comunale. Da gennaio 2011, rigorosamente alla presenza di un cerimoniere, chiunque potrà salire sul pontiletto, percorrere una decina di metri, e abbandonare le ceneri del proprio caro in acqua, nella laguna nord, dal cimitero di San Michele. O salire in barca e liberare l’urna, in mare aperto a 700 metri dalla costa, grazie ad un servizio speciale organizzato dall’amministrazione. E’ lo stesso documento che istituisce all’interno dei tre camponsanti del Comune — a Venezia, Mestre e Marghera—i giardini del ricordo: apposite aree opportunamente curate dove poter liberare le ceneri dei cari cremati. Chi vorrà potrà tenere le cenri anche in affidamento. Dice l’assessore comunale all’Ambiente Gianfranco Bettin: ‘Abbiamo elaborato il regolamento in accordo con le associazioni che si occupano di cremazioni e aperto un tavolo di discussione con chi di questo ci lavora: Veritas (che gestisce i servizi cimiteriali, ndr) e le imprese funebri, perché questa è una nuova opportunità’. Ci sarà anche un registro di chi ha voluto veder dispersi i propri resti, nei ‘giardini’, in laguna e in mare, ben visibile all’interno dei cimiteri, in modo che si conservi il ricordo. Così come per i matrimoni le tariffe non saranno tutte uguali. Per i veneziani il costo sarà limitato (‘Per permettere a tutti di scegliere dove riposare’, dice Bettin), per tutti gli altri più alto. E la cosa è molto discutibile.