Secondo le ipotesi degli inquirenti, alcuni dipendenti della municipalizzata di Rovigo (ASM) sono indagati perché non avrebbero dichiarato all’azienda tutte le aree di sepoltura vendute, intascandosi così illecitamente una parte dei soldi regolarmente pagati dagli utenti. L’ammanco è stato reso possibile dall’insufficienza dei controlli incrociati, tanto che ai due dirigenti raggiunti da un avviso di garanzia si contesta l’omessa vigilanza. Il vicepresidente di Asm, Giuseppe Traniello Gradassi, invita i cittadini a non preoccuparsi. ‘Le indagini sono partite proprio perché come azienda abbiamo presentato denunce – spiega – un atto doveroso, quando al momento dell’insediamento ci siamo accorti che qualcosa non funzionava per il verso giusto. In questi giorni, diverse persone che hanno acquistato loculi sono stati contattati dai carabinieri e così continuerà ad accadere, proprio per avere tutti i riscontri utili a chiarire eventuali responsabilità. Agli utenti non verrà chiesto un euro e non verrà assolutamente messo in discussione il loro diritto di concessione. Il risarcimento, semmai, verrà chiesto a chi sarà nel caso riconosciuto responsabile di dolo’. E aggiunge: ‘Il servizio è stato migliorato, anche grazie all’impegno dei dipendenti che si stanno spendendo con onestà e serietà per offrire risposte pronte’. Non è ancora stata stimata l’entità degli ammanchi prodotti nelle casse della municipalizzata, truffata da diepndenti infedeli, ma sembra che il buco di 350mila euro, stimato per il primo filone di inchiesta, quello cioè dei funerali, potrebbe essere destinato a diventare ancora più profondo.