Truffa cimiteriale ideata da impresario funebre romano

Questa è peggio della famosa truffa di Toto sulla vendita del Colosseo:

Accade a Roma, il figlio del titolare di una agenzia funebre di Trastevere è accusato di due truffe a carico di altrettante famiglie. L’uomo, A.V. di 42 anni, secondo l’accusa si sarebbe fatto consegnare dai parenti di alcuni defunti gli anticipi per la tumulazione o la cremazione lasciando però le salme nei depositi. L’entità del raggiro è andato dai 3 ai 6mila euro. Come funzionava la cosa? Lo sapremo meglio al processo che comincerà l’8 novembre prossimo, davanti ai giudici della VI sezione penale del tribunale della Capitale. Il difensore di A.V., l’avvocato Gianluca Arrighi, ha spiegato: ‘Comprendo il dolore e la rabbia dei familiari, tuttavia ogni imputato rimane innocente sino al passaggio in giudicato dell’eventuale sentenza di condanna’. Il penalista assiste l’imputato insieme con Emanuela Santarelli. Il primo episodio contestato dalla Procura nel capo d’imputazione risale al settembre del 2008. Dopo aver ricevuto i soldi dai familiari di una donna deceduta, oltre un mese dopo le esequie, il feretro era ancora in giacenza. A quel punto A. V. fa perdere le sue tracce, mentre l’agenzia di famiglia chiude. In un altro episodio A.V. si presenta al cimitero con un’urna nella quale a suo dire ci sono le ceneri del padre di un cliente, che ha dato 6mila euro. La ripone in un loculo vuoto e lo chiude con una lastra di cemento. Accertamenti successivi del Ris hanno provato che nell’urna cineraria non c’erano affatto le ceneri del defunto. Anche questa salma, insomma, era in giacenza al deposito crematorio.

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