Tombe da restaurare. Chi paga?

Era il 2006 quando a seguito di alcuni cedimenti strutturali l’amministrazione del Comune di Imola recinse una parte dei camminatoi e pose delle coperture anticaduta sui soffitti dei portici su cui sono collocate 33 cappelle al cimitero del Piratello. Quell’anno venne approntato un progetto complessivo da 1,6 milioni di euro che riguardava la messa in sicurezza e il rifacimento sia delle cappelle private che di alcuni spazi e edifici comunali come il famedio in cui sono sepolti i sindaci imolesi.

Però occorreva capire chi doveva pagare e così sono partite ricerche complicate per poter valutare gli obblighi manutentivi delle varie famiglie concessionarie. Le ricerche storiche sono proseguite ancora fino ad oggi, senza molto successo e quell’ala del cimitero è ancora inagibile. Difatti tombe sotterranee o in superficie, corridoi, volte e percorsi ricadono in parte sul privato (le prime) in parte sul pubblico (i secondi) ma devono essere soggetti a un intervento di restauro omogeneo e condotto come lotto unico. Quello di Imola è solo un esempio di quel che può succedere e succederà sempre più nei cimiteri monumentali della città italiane nel futuro. Meglio pensarci fin d’ora.

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