Nella notte fra il 7 e l’8 agosto scorsi ignoti sono entrati nella cappella del piccolo cimitero che custodisce le tre reliquie di San Pio da Pietrelcina ed hanno tentato di rubare lo scrigno d’oro massiccio che le contiene: all’interno alcune ciocche di capelli, un paio di guanti e una garza che il Frate utilizzava per medicarsi il costato sanguinante. Per fortuna il furto è andato a vuoto per la presenza del vetro blindato a protezione della teca – una sorta di “cubo” di marmo e vetro antisfondamento, sormontato da un piccolo altare – che è stato solo scalfito dai malintenzionati.
Il camposanto, situato alla periferia di San Giovanni Rotondo (FG), non si avvale di nessun sistema di sorveglianza, solo della presenza di un custode che, dopo esserti accorto dell’effrazione, ha subito chiamato i carabinieri.
Dopo il tentativo di furto, il reliquiario è stato trasferito dalla cappella cimiteriale al convento dei frati minori cappuccini ‘Santa Maria delle Grazie’ di San Giovanni Rotondo (FG), dove sarà collocato all’interno di un locale chiuso da porta blindata.
Secondo i religiosi, indignati per l’accaduto, in tale luogo dovrebbero essere al sicuro, anche se in convento sostengono lo scrigno il “vero obiettivo dei ladri” in quanto bagnato d’oro, mentre le reliquie vengono ritenute “non di qualità” poiché non uniche: spesso infatti le garze venivano conservate dalle donne che gli portavano bende pulite.
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