E’ con una voce roca, segno di aver parlato, parlato e parlato ancora, che Nino Leanza si lascia andare già nella mattinata di sabato ad un commento nettamente positivo sull’andamento di Tanexpo 2012. Già venerdì, scollinata la metà mattina, si era visto che l’afflusso di visitatori era buono, ma anche che le lingue che si sentivano girando tra gli stands erano le più diverse. Ma sabato, si è toccato – come sempre – il massimo di affluenza. Stands strapieni, con i cortili di collegamento all’aperto, complice il bel tempo e la voglia di fumarsi una sigaretta, altrettanto strapieni. E’ la risposta del mondo imprenditoriale funebre e cimiteriale alla crisi, la voglia di mettersi in gioco, di incontrarsi, di scoprire nuovi prodotti e servizi da fornire ai propri clienti.
Se possiamo sintetizzare in poche parole il senso di Tanexpo 2012, queste sono: dal prodotto al servizio . Sempre meno bare (complice anche il buen ritiro di molti produttori), sempre più urne, e che urne: squadrate, dal design sempre migliore. Cremazione in prorompente crescita con annessi e connessi. Ma poi prodotti per arredo cimiteriale di gran classe (arredo loculi, macchine per lavorazione marmi, ecc.) e il non più timido affaccio di nuove – si fa per dire – tecnologie (tra cui spiccava l’aerazione dei loculi e la saldatura a freddo).
Ancora due parole sui prodotti esposti (rimandiamo ad altra news il dettaglio tweet per tweet): poche le vere novità, e del resto è impossibile avere innovazione ogni due anni. Non abbiamo capito il senso della esposizione di bare americane a mezzo cofano apribile, fuori norma in Italia (che non siano i primi timidi affacci, dopo i cinesi oggi assenti a Bologna, pure dei grandi gruppi americani sul nostro mercato?). Invece tanti i servizi, tra cui spicca sempre più la realizzazione di funeral home, l’imbellettamento del cadavere per la esposizione, la qualità floreale in ogni segmento (anche cimiteriale). Perdono di valore nel mix del funerale: le bare, le imbottiture e le maniglie. Aumentano il loro peso sul mix le urne cinerarie, i servizi di trasporto funebre all’ingrosso. E ormai si vedono stands con imprese funebri a pubblicizzare se stesse. Carri funebri sempre più lussuosi (ma ne val la pena?) e la novità del carro bianco piccolo, per feretrini (buona l’idea, e realizzata pure con delicatezza).
Ma la vera novità della Fiera è l’irrompere di internet nel settore funerario: da un lato la Fiera in diretta su twitter (un canale continuamente aperto su www.funerali.org oggi sulla Fiera, domani sugli argomenti funebri e cimiteriali) e dall’altro la scommessa di Funer[TV]. Sul tweetteraggio, rimandiamo all’altra notizia dettagliata. Per Funer[TV] abbiamo avuto un lungo colloquio con l’impresario funebre Leoni di Reggio Emilia, che ci ha creduto e che vi ha investito: inizialmente una TV on line (ma è nell’aria anche la versione digitale terrestre) soprattutto per il settore funerario, che ricalca l’idea della analoga esperienza TV tedesca, ma con un tocco italiano. E’ decisamente un salto di qualità, che potrebbe rivoluzionare il settore se l’intelligenza dell’ideatore lo fa propendere per costituire un contenitore in cui non vi sia un solo partner privilegiato (come ora nei fatti è la Feniof), ma si apre all’intero mondo dei media del settore funerario italiano. Il progetto è talmente rilevante ed oneroso che si ritiene possa avere successo solo con il concorso di molti, se non tutti, i maggiori gruppi (privati, ma anche le stesse federazioni di categoria) che attualmente danno informazione.
In conclusione Nino Leanza mette a segno, con il notevole successo di Tanexpo 2012, un colpo decisivo nella competizione col gruppo di produttori che sta puntando alla realizzazione della Fiera di Brescia. E chi ha avuto occhi per vedere non può non aver notato tra i visitatori proprio diversi di questi produttori, che non hanno presenziato con propri stands, ma che di persona si volevano sincerare del richiamo di Tanexpo. E a conti fatti sarà ben difficile scalzare il gruppo Conference Services dalla leadeship del settore Fiere in Italia, sia per l’indubbia capacità, sia perché quello su cui ha maggiormente investito in questi anni è il patrimonio di rapporti a livello nazionale ed internazionale, che ne fanno la migliore Fiera del continente europeo.
Ah, mica solo sviolinate! Due pecche: una poco dipendente dalla organizzazione e cioé i mass media tradizionali non riescono a cogliere il vero messaggio di questa Fiera, oscillando tra le battutine interne agli articoli e tra mostrare oggetti assurdi, per lo più inutili, che colpiscono il giornalista di passaggio. E questo perché i giornalisti non hanno dimestichezza con il settore funerario e, anzi, vi si avvicinano con le mani in tasca e il cornetto da qualche parte.
La seconda pecca è invece logistica: la navigazione tra i padiglioni era poco chiara: ci si perdeva, per dirla chiara. Segnalazione insufficienti e talvolta fuorvianti. Ecco qualche cosa che è da migliorare per il prossimo appuntamento.