Serie di ‘lifting’ al noto cimitero del Pere Lachaise, a Parigi, per dare nuovo lustro alle tombe dei molti personaggi celebri che vi sono sepolti: i restauri, che si possono dedurre in parte dalle tasse, sono dovuti agli eredi, ma spesso anche agli ammiratori e a nuovi acquirenti. E’ il caso recente per esempio dello stilista Jean-Paul Gautier che ha acquistato e restaurato una cappella e che ora porta il nome della sua famiglia. Il Pere Lachaise non e’ solo il piu’ noto cimitero di Parigi – e uno dei piu’ conosciuti al mondo – e’ anche il piu’ antico (aperto nel 1804) ed il piu’ grande (circa 44 ettari). Sorta di museo a cielo aperto, e’ visitato ogni anno da due milioni di turisti per le sue tombe di uomini celebri, come Moliere e La Fontaine, Chopin, Marcel Proust e Oscar Wilde, ma anche idoli piu’ recenti come Edith Piaf e Jim Morrison, il leader dei Doors. Circa 30.000 tombe, costruite prima del 1900, sono anche entrate nel registro dei monumenti storici. Non se ne parla dunque di lasciare andare in rovina un tale patrimonio, dove non e’ raro, ancora ora, vedere sepolture scoperchiate e cappelle fatiscenti. Fino a qualche anno fa, c’era la tendenza di demolire le vecchie sepolture per costruirne di nuove. Da qualche anno, invece, le cose sono cambiate. ”Da una parte c’e’ il restauro degli eredi o degli ammiratori come attualmente per la tomba del musicista Pleyel” spiegano alla societa’ Rebillon, specializzata nel restauro di sepolture antiche. ”Poi c’e’ il restauro da parte di nuovo occupanti – aggiungono – che rinnovano il monumento e cambiano il nome del destinatario”. Ad accelerare questo movimento, dal 2000, ma con un boom dal 2006, la possibilita’ di dedurre dalla dichiarazione dei redditi, e a certe condizioni, una parte dei lavori di restauro, che devono implicare anche la messa a norma della sepoltura. Con l’obbligo per esempio di ampliare lo spazio per il sarcofago, le cui dimensioni si sono adattate all’altezza media dei francesi, cresciuta nell’ultimo secolo. Tendenza questa che non stride con la ‘moda’ attuale della cremazione, scelta ora dal 30% dei francesi e anche dal 50% di loro nelle grandi citta’. Questa moda non ha ”cancellato il bisogno delle persone di avere un monumento in ricordo”, fanno sapere da uno studio di consulenza in articoli funerari. Nuove tecniche di costruzione e restauro permettono di rinforzare la solidita’ della pietra delle tombe. Solo neo per le pompe funebri e’ che le sepolture non possono beneficiare dell’IVA al 5,5%, come invece le abitazioni. Anche se spesso la sepoltura viene definita da molti come ”l’ultima dimora”.