Serrato confronto a TANEXPO tra SEFIT, FENIOF, FEDERCOFIT e ASSOCOFANI

Carmelo Pezzino, Direttore di Oltre Magazine, ha coordinato il tavolo pubblico di confronto tra i rappresentanti delle 4 maggiori associazioni del settore funerario.
28032008(027)Ha iniziato Scolaro (SEFIT), che ha lamentato la difficoltà di operare con una legislazione sempre meno comprensibile e in ritardo rispetto alla soluzione dei problemi concreti.
“E’ necessario giungere rapidamente ad un provvedimento cornice in materia funeraria, così da incanalare positivamente le norme regionali che ancora devono essere emanate e al tempo stesso contenere talune situazioni già presenti in norme vigenti, difficilmente applicabili. Occorrono regole certe e soggetti capaci di farle applicare”
Ha poi proseguito Ferrari (Assocofani) che ha annunciato la volontà dei costruttori di cofani di giungere rapidamente ad una norma UNI per le casse da morto e specificato che le norme europee sempre più rigide in materia di controllo dell’inquinamento si riverbereranno anche sul settore italiano della produzione delle casse da morto.
“Probabilmente avremo casse un po’ meno belle, ma più ecologiche”. Come le mele bio, agiungiamo noi della redazione.
28032008(029)Caciolli (Federcofit) ha rilanciato la necessità di trovare una sintesi tra le 4 Federazioni di settore per convenire su un testo di documento di principi condivisi.
“E’ bene che tutti facciano un passo indietro rispetto alle proprie originarie posizioni per poter raggiungere quella unità d’intenti che ci possa consentire di presentarci compatti all’appuntamento con le forze politiche dopo le elezioni.”
Ha poi lanciato l’idea che i crematori possano farsi anche fuori dei cimiteri e da parte dei privati, meglio se all’interno delle case funerarie.
Miazzolo ha ribadito la posizione della FENIOF, che è per avere pari opportunità di operatività nel settore cimiteriale, della cremazione e delle case funerarie con la imprenditoria pubblica.
“Non abbiamo firmato il documento, contrariamente a SEFIT e a Federcofit, perché lo riteniamo squilibrato a favore dell’imprenditoria pubblica”, ha poi detto Miazzolo, che ha preannunciato una proposta della FENIOF di modifica del testo noto, quale contributo per trovare una posizione comune.
Il confronto è proseguito con Caciolli che ha contestato alla Feniof un comportamento ambiguo in Piemonte, dove membri autorevoli Feniof hanno sostenuto una norma favorevole alle sale del commiato realizzate e gestite dai Comuni: “e allora non si comprende la posizione attiuale della Feniof sul documento di principi”.
Dal canto suo Scolaro per la SEFIT si è detto disponibile a fare un ulteriore incontro per riverificare le posizioni, perché tutti ci si rende conto della importanza di presentarci alle forze politiche con una piattaforma condivisa tra gli operatori del settore funerario italiano.
Annotazione di cronaca:
in sala era presente, contrariamente alle attese, un pubblico numeroso e attento.

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One thought on “Serrato confronto a TANEXPO tra SEFIT, FENIOF, FEDERCOFIT e ASSOCOFANI

  1. A TanExpo, come di rito, si parla di prospettive future e di quel “vago avvenir”, secondo il celebre verso leopardiano, ch’ogni impresario ha in mente per la propria ditta.

    Alcuni spunti sono davvero di vivo interesse e potrebbero costituire un terreno di confronto e dialogo, anche per l’imprenditoria privata.

    Una buona strategia dovrebbe articolarsi sui seguenti punti programmatici, tra l’altro già adottati da diverse leggi regionali

    • Mantenimento della demanialità per le aree sepolcrali già, per altro sancito ex Artt. 823 ed 824 Codice Civile.
    • Crematori “pubblici” e fissi ex Art. 6comma 2 Legge n.130/2001, Art. 343 comma 1 Regio Decreto n.1265/1934, ed Art. 78 comma 1 DPR 285/1990 (ossia che insistano stabilmente su suolo cimiteriale) secondo la normativa già vigente, la cui conduzione può esser affidata anche a soggetti terzi.
    • Gestione delle medesime secondo la disciplina dei servizi pubblici locali ex Art. 113 Decreto Legislativo 267/2000.
    • Sanzioni penali ed amministrative (= revoca dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività funebre) inasprite e certe contro la piaga dello sciacallaggio.
    • Assoluta separazione tra l’ambito necroscopico istituzionale (obitorio, servizio mortuario ospedaliero ex DPR 14 gennaio 1997, recupero salme incidentate ex paragrafo 5.1 Circ.Min. n. 24/1993) e quello funebre
    • Costruzione e direzione di case funerarie aperte anche al capitale privato, ma regolamentate attraverso un’autorizzazione comunale d’esercizio.

    Quest’ultimo passaggio, in merito alle funeral homes merita un approfondimento.

    Secondo la nostra proposta chi organizza locali di deposito ed osservazione per salme, strutture, quindi, assimilabile ad una casa funeraria, dovrà consentire l’accesso non solo ai propri clienti, ma anche all’utenza d’altre imprese funebri che, prive di un loro obitorio privato, chiedano di appoggiarsi ad una ditta concorrente.
    Altrimenti chi ha capitali per costruire una casa funeraria diverebbe, di fatto, titolare improprio di un pericoloso Jus Escludendi, ossia il potere di estromettere la concorrenza dal proprio ambito territoriale, divenendo, così, un monopolista.

    Naturalmente, su quest’aspetto così controverso si alzerà il fuoco di sbarramento da parte delle federazioni del settore privato che puntano, ovviamente, ad una gestione delle case funerarie più imprenditoriale e, quindi, mercantile e meno vincolata all’interesse comune o politico della cittadinanza.

    Lo strumento giuridico per affermare questa vocazione “istituzionale” delle case funerarie potrebbe, dunque, potrebbe esser proprio la definizione delle stesse come servizio d’interesse pubblico, soggetto a concessione comunale ed a tariffe calmierate.

    Si riafferma, così, il ruolo anche “sociale” delle norme di polizia mortuaria, poiché tale disciplina deve governare il mercato, imporre una gestione anche morale delle imprese ed individuare le tecnologie essenziali per ottimizzare l’erogazione dei servizi per il post mortem.

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