Il 64% degli abitanti Gran Bretagna si sono espressi favorevolmente sui “funerali verdi”: ecco i risultati di un sondaggio sulla popolazione che dimostra una chiara attenzione ai temi ambientiali.
Questa nuova tendenza ha aperto il mercato alle pompe funebri non tradizionali, che propongono la sepoltura in aree cimiteriali naturali (come foreste e campi) utilizzando bare a scarso impatto ambientale (come la bara di cartone riciclato illustrato biodegradabile al 100% oppure il più raffinato bambù intrecciato).
Mike Jarvis, direttore del Natural Death Center, l’organismo britannico che si occupa di funerali alternativi, asserisce che il ricorso alla sepoltura ecologica è “Un trend in crescita che coinvolgerà 20.000 persone nel 2010”. Dal 2000 ad oggi è raddoppiato il numero delle aree disponibili per tali sepoltura, che viene scelta ogni anno da oltre 9.000 persone.
Per la cosiddetta sepoltura con cofano ecologico (cassa “light” con telaio autoreggente in legno e pareti realizzate in semplice cellulosa) si veda il Decreto Ministeriale 12 aprile 2007, adottato ai sensi degli Art. 31 e 75 comma 3 DPR n.285/1990.
Una sepoltura a sistema di inumazione (campetto o giardino, purchè dotato di autonomo ossario ex Art. 90 comma 2 DPR n.285/1990) può anche esser data in concessione come una qualsiasi sepoltura privata diversa dall’interro in campo comune, ma deve esser prevista ex Art. 91 DPR n.285/1990 dal piano regolatore cimiteriale.
Ai sensi dell’Art. 337 Regio Decreto 27 luglio 1934 n. 1265 la destinazione “d’ufficio” per i cadaveri umani è proprio l’inumazione in fossa di terra.
Le norme quadro per l’istituto dell’inumazione sono dettate dal Capo IX DPR n.10 settembre 1990 n. 285, ma soluzioni migliorative e più “romantiche” possono esser valutate attraverso il regolamento di polizia mortuaria di cui ogni comune deve disporre ex Regio Decreto n.2322/1865 ed Artt. 344 e (deduttivamente” 354 Regio DEcreto n.1265/1934.
Sarebbe meglio, sotto il profilo tecnico, affrontare la questione con lo strumento della Legge Regionale o del Regolamento Regionale, anche se la materia cimiteriale è soprattutto di competenza comunale ex Art. 117 Comma 6 III Periodo Cost, coì come novellato dalla Legge Costituzionale n.3/2001 e su di essa in comune esercita una potestà regolamentativa pressochè assoluta, perchè il cimitero è dopo tutto, pur sempre demanio comunale ai sensi dell’Art. 824 Codice Civile.
L’Emilia Romagna, ad esempio, con il comma 4 Art. 2 REg. REg. 23 maggio 2006 n.4 introduce un nuovo criterio: la possibilità di procedere con le inumazioni non in linea retta e, quindi, strettamente decisa dall’ordine cronologico delle sepolture, ma anche su precisa e libera scelta dell’utenza. Questa opzione configura, per certi aspetti, la fattispecie del cimitero americano dove sono i dolenti a determinare la posizione della fossa per ragioni ideali, estetiche (la zona è più ombreggiata o abbellita da piante pregiate) religiose (la fossa è orientata ad EST, verso Gerusalemme come a accade per i cimiteri ortodossi). Non è chiaro se questa libertà del consumatore di servizi cimiteriali possa esser sottoposta ad ulteriore tariffazione, tenendo conto che già l’inumazione, di per sè, è prestazione a titolo oneroso ex Art.1 comma 7bis Legge 28 febbraio 2001 n. 26 Il versamento della relativa tariffa conferisce solo il diritto d’uso della fossa e non si configura mai come una surrettizia concessione per sepoltura privata.
Una tale innovazione, che può avere riflessi sia sui modi di sepoltura, sia sul sistema tariffario, sulle garanzie di identificazione dei feretri inumati deve essere attentamente valutata per quanto comporta sia nella organizzazione della sepoltura, sia per quella delle esumazioni.
Il meccanismo di governo dell’attività cimiteriale, allora, non può prescindere dall’adozione di un efficace piano regolatore cimiteriale ai termini del Capo X DPR n.285/1990 e del seguente Art. 91.
sono una giovane donna siciliana di Palermo. Da sempre mi rodo per immaginare un tipo di sepoltura non angosciosa e claustrofobica come l’essere sigillata dentro una bara zincata. Non mi piace nemmeno l’idea di essere cremata in un forno a 1000 gradi di temperatura con relative emissioni nocive per l’ambiente,
Trovo estremamente confortante la possibilità che il mio corpo possa rientrare nel ciclo della natura e alimentare un giovane albero che cresca e si sviluppi assorbendo il nutrimento da me.E mi piace pensare che i miei figli e nipoti,passando accanto a quell’albero sappiano che la loro mamma e nonna è lì
in quella creatura viva che dà ombra e ossigeno all’aria.
Che fare per ottenere che in Italia venga concessa questo tipo di sepoltura?
Attendo lumi. Ciao a voi tutti.Marina