Sempre più attenzione ai prezzi anche nel settore funerario

La speculazione si abbatte anche sulla sfera degli affetti e colpisce i sentimenti piu’ intimi delle persone, legati alla memoria dei propri cari. Familiari, amici, congiunti che non ci sono piu’ ai quali si vuole dare degna sepoltura e rendere omaggio in occasione della ricorrenza del 2 novembre. Quest’anno, crisi permettendo, le famiglie italiane, se vorranno commemorare i defunti dovranno spendere in media l’11% in piu’ rispetto all’anno scorso tra crisantemi, lumini o altri fiori, per una spesa che l’Adoc stima di circa 24 euro a famiglia e di 355 milioni complessivamente. L’incremento record e’ per i lumini piu’ cari del 12,5% per un prezzo medio di 4,5 euro, quando l’anno scorso costavano 4 euro. Il crisantemo, il fiore tipico che si porta al cimitero, ha raggiunto un prezzo medio di 2,20 euro (+4,7%) toccando il massimo di 3,50 euro, mentre un mazzo da dieci puo’ costare 14,70 euro, secondo le rilevazioni dell’Adoc l’8,8% in piu’. Le margheritine sono un po’ piu’ convenienti, il prezzo di un mazzo e’ di 8,50 euro (+6,2%). “Il 2 novembre -commenta il presidente dell’Adoc Carlo Pileri- e’ ormai divenuto da anni un giorno di speculazioni. I fiori sono facilmente deperibili, impossibili da acquistare con l’anticipo necessario ad evitare incrementi ingiustificati, percio’ chi vuole commemorare i defunti dovra’ pagare anche 3,50 euro per un crisantemo. Un prezzo assurdo e vergognoso, quasi il 5% di piu’ dell’anno passato. Per non parlare dell’incremento record dei lumini, aumentati nel giro di un solo anno del 12,5%”. Ma non e’ solo ‘caro crisantemo’. In occasione del 2 novembre un’altra indagine di Help Consumatori (www.helpconsumatori.it) fa luce sui costi dei funerali in 10 capoluoghi italiani, per un giro d’affari di 1,2 miliardi nel 2007 con i servizi privati. La ricerca dell’agenzia on line dedicata ai consumi colloca in cima alla classifica Torino dove per un funerale medio si spendono 2.900 euro. Al secondo posto, Milano e Genova con 2.500 euro, a seguire Palermo e Udine con 2.000 euro, Bologna con 1.950. La cerimonia piu’ economica invece, si celebra a Venezia dove il prezzo medio e’ 1.160 euro, prezzi contenuti anche a Parma (1.500 euro), Roma (1.600) e Catania (1.800). I prezzi rilevati si riferiscono a un servizio ”all inclusive” comprensivo di trasporto della salma, pratiche per la tumulazione, feretro in legno massello (larice), zinco interno, valvola (nel caso di tumulazione), suggello a fuoco, imbottitura feretro in raso e competenze d’agenzia. Le tariffe si riferiscono al costo medio di un funerale ma i costi possono lievitare fino a raggiungere i 10mila euro e sembra che la differenza di prezzo e’ dovuta soprattutto al tipo di legno scelto per il feretro. Molto meno diffusa la cremazione, e’ invece decisamente meno cara, in quanto in Italia e’ servizio pubblico locale, sottoposto a un regime di prezzi controllati. Nonostante quella della cremazione sia una scelta ammessa anche dalla Chiesa Cattolica, che nel 1963 ne ha abolito il divieto, nel 2007 solo il 10,26% degli italiani ha optato per questa scelta (stime Sefit). Nel 2008 la tariffa massima stabilita e’ 537,97 euro e a Roma e’ addirittura gratuita per i residenti, a Venezia costa 120 euro e a Milano 234 euro. Tuttavia, nelle citta’ che non hanno un forno crematorio, il costo della cremazione e’ molto piu’ elevato, e’ il caso di Parma, dove oltre al costo della cremazione si deve aggiungere quello del trasporto della salma a Reggio Emilia o Mantova (prezzo medio 2.200 euro). Ai costi del funerale, rileva l’indagine di Help Consumatori, vanno aggiunti anche i costi cimiteriali nei bilanci familiari. Prima di tutto il costo di un loculo per conservare le ceneri, nel caso della cremazione, e il costo della tumulazione. La cremazione permetterebbe di abbattere i costi, almeno quelli relativi alla conservazione: i loculi per conservare le ceneri, infatti, sono piu’ piccoli e costano di meno. Ad esempio, a Genova, se si sceglie la cremazione e il funerale con il servizio pubblico si possono risparmiare addirittura 5.517 euro: 1.945 euro totali (1.230 euro per il funerale comunale base +404 euro per la cremazione +281 euro il prezzo minimo del loculo) contro i 7.432 euro se si sceglie il servizio privato senza la cremazione (2.500 euro funerale privato +4.932 euro il prezzo massimo a cui si arriva per la tumulazione). Anche a Torino si possono risparmiare fino a 4.000 euro se si sceglie la cremazione: 3.958 euro contro i 7.900 euro senza cremazione. A Venezia, invece, con la cremazione si possono risparmiare fino a 2.772 euro, perche’ la tumulazione puo’ arrivare fino a 3.126 euro che, sommata al funerale di 1.160 euro medi, fa lievitare il prezzo totale a 4.286 euro (contro i 1.514,21 euro se si sceglie la cremazione che costa 120 euro e il loculo per le ceneri a 234 euro). Anche a Udine, se si sceglie di celebrare un funerale col servizio pubblico e si opta per la cremazione si risparmiano ben 1.800 euro: 2.868 euro (1.760 euro il funerale servizio comunale +408 euro cremazione +700 euro loculo) contro i 4.700 euro se si sceglie il funerale privato e la tumulazione (2.000 euro il funerale privato +2.700 euro la tumulazione).

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