“Stiamo assistendo a una sempre crescente implementazione della pratica della cremazione. Pratica che in realtà non ha una diretta ripercussione sulle attività delle imprese funebri perché il funerale, se si decida per la cremazione o tumulazione o inumazione, è abbastanza similare e irrinunciabile.
Quello che cambia scegliendo il funerale e la cremazione è che molti cittadini disponendo una destinazione domiciliare dell’urna piuttosto che la dispersione in natura delle ceneri possono evitare quelle che sono gli ingenti costi derivanti dai cimiteri“.
Così Alessandro Bosi, segretario della Feniof, la Federazione nazionale delle imprese Onoranze funebri private, fa il punto sull’impatto della crisi sul settore in occasione della ricorrenza dei defunti.
Bosi chiarisce che “sostanzialmente oggi il costo del cimitero supera mediamente quello che è il costo medio di un funerale.
Se si creano delle possibilità per i cittadini di ovviare ai costi cimiteriali ovviamente in momenti di crisi come questo il cittadino le valuta. E l’aumento delle cremazioni negli ultimi anni va proprio in questa direzione”, rimarca.
“Oggi le pratiche di affidamento delle ceneri sono in aumento come le pratiche di dispersione in ogni caso cremando il defunto il costo del cimitero è molto più basso rispetto a quello del loculo per una bara intera.
E quindi anche questo aumenta l’affezione e l’avvicinamento del cittadino italiano verso la cremazione perché consente di avere dei notevoli risparmi”, conclude.