SEFIT10: le best practices del settore funerario per affrontare al meglio l’emergenza COVID

Il tradizionale momento di confronto degli Associati SEFIT (la Federazione delle imprese pubbliche, private e miste del settore funerario aderenti a Utilitalia), si è tenuto quest’anno – in modalità online – il 27 novembre 2020, focalizzandosi su come affrontare l’emergenza sanitaria da Covid-19, sulla base delle problematiche rilevate, degli strumenti di gestione e normativi disponibili e delle soluzioni individuate e proposte.
Valeria Leotta, responsabile nazionale SEFIT, ha sottolineato, nel suo intervento introduttivo, come la pandemia abbia portato alla luce i nodi irrisolti dell’ordinamento mortuario, fra normative datate, disomogeneità di disciplina sul territorio nazionale – per interventi regionali plurimi non sempre rientranti nella propria competenza – difficoltà gestionale economica e finanziaria dei cimiteri ed insufficiente programmazione regionale dei crematori.
Da qui la conseguente considerazione sulla necessità di un intervento del legislatore per dotare il comparto di una legge nazionale di regolamentazione, che tenga conto delle criticità emerse e per prevedere, in questa fase di emergenza, le necessarie misure affinché i servizi funerari vengano garantiti in modo efficiente.
Il settore funerario avverte infatti, stante la criticità della situazione contingente, una forte urgenza nell’adozione di una normativa emergenziale, che dia chiara disposizione dei comportamenti da tenere su tutto il territorio nazionale, sistematizzando ed aggiornando le precedenti indicazioni e risolvendo problematiche rilevate nei mesi scorsi, nella piena consapevolezza della rilevanza strategica di tale settore, dal punto di vista di prevenzione e limitazione della diffusione del contagio.
Anche il Ministero della Salute, rappresentato dal Dirigente Dr. Pasqualino Rossi ed intervenuto nella fase conclusiva del convegno, ha confermato che l’attenzione del Governo è focalizzata sulla necessità di produrre – a livello nazionale – indicazioni uniformi sul territorio, pur se con misure differenziate in base al livello di allerta localmente registrato, operando normativamente su più ambiti di competenza, che non coinvolgono solo la tutela della salute.
Di grande interesse anche lo scambio di esperienze, al netto delle specificità insite nelle varie realtà locali, dei diversi rappresentanti di ambito funerario pubblico, privato e misto, con la finalità dichiarata di mettere a disposizione – per quanto possibile ed al più ampio livello – tutte le conoscenze ed i mezzi più efficaci per ottimizzare le risposte operative richieste dal difficile momento.
Profondo è stato anche l’impatto emotivo generato dai racconti di chi, per mesi, non solo ha dovuto fronteggiare – da gestore – un’emergenza dalle dimensioni e dalle peculiarità totalmente inaspettate e non prevedibili, ma anche i timori e la drammaticità che una mortalità così capillarizzata ha ingenerato, sia negli operatori che nell’utenza e, non ultima, nell’opinione pubblica.
Se la struttura cimiteriale e funebre in genere è riuscita a reggere, continuando a rispondere alle esigenze della collettività, è stato anche grazie al ruolo ed al contributo di chi ha messo in campo un imponente sforzo riorganizzativo, garantendo per quanto possibile la continuità dei servizi, rimodulandoli ed adeguandoli alle contingenti necessità.
L’emergenza Coronavirus ha esposto, e continua ad esporre, anche i gestori delle strutture funebri, cimiteriali e dei crematori a situazioni di profondo stress, vista la pressione persistente della realtà lavorativa emergenziale e le emozioni ad essa associate nell’affiancare i cittadini utenti, orientandoli nelle susseguenti, diversificate, disposizioni normative, che hanno profondamente mutato anche l’aspetto dell’elaborazione del lutto in senso lato.

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