Secondo gli investigatori a Palermo ci sarebbe un vero e proprio racket dei morti legato a Cosa Nostra

Come si legge sull’edizione di ieri del Giornale di Sicilia, la Procura di Palermo ha aperto una inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari per Paolo Rovetto, già coinvolto nel blitz «Maredolce 2» contro la mafia di Brancaccio, e nel mirino la sua ditta di pompe funebri «L’ultima cena».
Con lui sono indagati il padre, Pietro Rovetto, 44 anni (anche lui finito nel blitz antimafia), l’autista di un carro funebre, Salvatore Riina, e Marco Litrico.
Le accuse sono di minaccia a pubblico ufficiale, occultamento di cadavere e falso.
I due episodi principali sui quali si indaga sono la sparizione di una salma per tre giorni, trovata poi all’ingresso del cimitero dei Rotoli senza la dovuta autorizzazione per la sepoltura, e una seconda sparizione, quella dei resti di una donna svizzera dei quali per cinque mesi non si era saputo più nulla, ritrovati poi abbandonati tra i viali del camposanto.

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