AMA Roma rilancia l’idea, finora pensata ma mai attuata, di trattare una parte dei rifiuti organici della città in apposite “compostiere di comunità”.
Lo dice il direttore generale della municipalizzata, Alessandro Filippi, durante un’assemblea pubblica al Casino dell’Orologio di villa Borghese, conclusasi con un protocollo di intesa tra il Consiglio dei dottori agronomi e dei dottori forestali della Provincia di Roma.
“Dobbiamo assolutamente ragionare su progetti di compostaggio delocalizzato, da affiancare all’attività dei biodigestori, nei luoghi che hanno una puntuale produzione di organico, tipo i mercati rionali” e i cimiteri.
A ricordare l’importanza di trattare l’umido, gli sfalci delle potature, i resti di frutta e verdura, a chilometro zero, è Maurizio Marchini presidente dell’associazione Lila, gruppo di ex lavoratori Ama, ingegneri, ambientalisti, esperti del tema rifiuti, intervenuto durante l’incontro.
“Da tempo consigliamo l’amministrazione di partire da dei test all’interno dei cimiteri romani.
Nei cimiteri, vedi il Verano, puoi raccogliere sia gli sfalci e le potature che il raccolto organico della pap (raccolta porta a porta, ndr) proveniente dai quartieri limitrofi, nel caso specifico da San Lorenzo.
Sono anni che proponiamo progetti che farebbero risparmiare il Comune alimentando la sostenibilità del ciclo”.