Roma: aumentano le proteste del settore funebre privato

Come recentemente evidenziato da un articolo comparso su La Repubblica, il permanere della difficile situazione cimiteriale a Roma, ha fatto emergere il malcontento del comparto funebre privato.
Due associazioni nazionali di categoria Federcofit – la Federazione del Comparto Funerario Italiano ed Efi – l’Associazione case funerarie, Eccellenza Funeraria Italiana, hanno richiesto all’Amministrazione della Capitale l’istituzione di un tavolo tecnico permanente, per garantire all’utenza un servizio cimiteriale e di cremazione più consono, puntuale e tempestivo.
Oggi i tempi di ottenimento dell’autorizzazione alla cremazione si avvicinano spesso ai quindici giorni, per arrivare anche a trenta giorni per l’istruzione della pratica di affido o dispersione delle ceneri.
Al di là dell’effettivo aumento della mortalità registrato nel periodo, non aiuta la situazione anche il frequente rimpallo di responsabilità fra l’Amministrazione capitolina ed il gestore del comparto cimiteriale – Ama Spa, che rischia di generare rallentamenti burocratici, disservizi nell’istruzione delle istanze – aggravati dalla mancanza di digitalizzazione amministrativa – ed ulteriori difficoltà di gestione operativa in ambito crematorio e nei plessi cimiteriali.
Secondo Efi e Federcofit i lunghi periodi di sosta delle salme destinate a cremazione, nei depositi dei cimiteri Flaminio e Verano, potrebbero inoltre rappresentare un fattore di rischio igienico-sanitario per la salute pubblica, in ragione delle caratteristiche di confezionamento dei cofani, predisposti per l’incenerimento.
A Roma la domanda di cremazione risulta, peraltro, aumentata esponenzialmente negli ultimi anni, passando dalle 5.820 unità del 2006 alle oltre 17.000 dello scorso anno.

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